Not, modifiche al vaglio con le nuove offerte

Borgonovo Re: «Abbiamo chiesto agli uffici se è possibile inserire cambiamenti al progetto». Intanto Bezzi (Fi) presenta un esposto alla Corte dei Conti


di Chiara Bert


TRENTO. «Abbiamo chiesto ai nostri uffici di chiarirci se nell’ambito delle nuove offerte tecniche che potranno essere presentate per il nuovo ospedale, possiamo inserire richieste di modifiche di alcune funzioni rispetto al progetto di cinque anni fa». L’assessora alla salute Donata Borgonovo Re chiarisce i termini della revisione del progetto Not annunciata martedì durante la sua audizione in commissione sulla manovra finanziaria. «Abbiamo bisogno del nuovo ospedale - aveva detto l’assessora - ma il punto oggi è capire gli scenari e gli spazi per una revisione tecnica del progetto».

La risposta degli uffici, assicura Borgonovo Re, arriverà entro fine mese. «Ci diranno se si può fare e in quel caso verificheremo con l’Azienda sanitaria quali funzioni sia opportuno rivedere, o eventualmente potenziare, rispetto ai nuovi bisogni». Fermo restando che il Not dovrà - nella logica con cui è stato pensato - essere l’ospedale dell’alta specializzazione, lasciando agli ospedali periferici un ruolo di prossimità per i bisogni più immediati, dal pronto soccorso ai day hospital alla medicina generale.

Lo Provincia prova così ad approfittare del tempo perso dopo lo stop all’appalto arrivato a metà ottobre con la sentenza del Consiglio di Stato. L’assessora ha quantificato tra i 7 e i 9 anni il tempo necessario per vedere realizzato il nuovo ospedale in località al Desert. Un tempo che sposta molto in là negli anni l’apertura prevista quando il Not è stato progettato, il 2016.

Un ritardo che preoccupa chi nell’ospedale lavora. Come Mauro Recla, responsabile della radiologia diagnostica a Trento, il quale ammette che «dieci anni potrebbero essere troppi con un Santa Chiara che già oggi è al limite». E mentre i tempi si allungano, riaffiorano vecchi dubbi. Il noto chirurgo e consigliere provinciale Claudio Eccher, ad esempio, da sempre fortemente critico sulla localizzazione del Not, rilancia la sua vecchia proposta di costruire il nuovo ospedale ubicato a metà strada tra Trento e Rovereto, «una soluzione che garantirebbe maggiore funzionalità e soprattutto un risparmio di risorse». Un’ipotesi per altro esclusa solo poche settimane fa dal presidente della Provincia Ugo Rossi, che - di fronte a chi immaginava che lo stop all’appalto preludesse ad un ripensamento di sede e progetto del Not - aveva commentato tagliente: «Significa che non ha mai amministrato neanche il suo condominio».

Intanto la gara d’appalto stoppata dai giudici finisce anche sul tavolo della Corte dei Conti. Come aveva anticipato all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato, il consigliere provinciale di Forza Italia Giacomo Bezzi, ha presentato un esposto ai giudici contabili per chiedere «che siano fatti degli approfondimenti al fine di verificare se esistono inadempienze che possono avere procurato danni alle casse della pubblica amministrazione».

Bezzi ricorda gli estremi della delibera con cui la giunta provinciale nel 2012 nominò la commissione tecnica incaricata di valutare le offerte del nuovo ospedale. Commissione che il Consiglio di Stato - ricorda il consigliere - ha giudicato illegittima per l’incompatibilità di due componenti, ragione che ha portato all’annullamento della gara. «Ritengo che si possa affermare - scrive Bezzi nell’esposto - che la situazione che poi si è rivelata la causa dell'annullamento della gara era stata ampiamente e dettagliatamente segnalata ai responsabili del procedimento». Di qui la richiesta ai giudici di verificare eventuali inadempienze.

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