Nordafricani e rifugiati scompaiono dal centro
Il paradosso del primo giorno di città “militarizzata”: quasi nulla su cui vigilare E i forestali chiedono aiuto ai sindacati: vogliono un incontro col dirigente Masè
TRENTO. Sul marciapiede davanti al palazzo della Regione, del sangue scorso copioso domenica pomeriggio non c'è più traccia. I conducenti degli autobus, proprio lì davanti, si scambiano le consegne come un qualsiasi altro giorno. E i turisti tedeschi che passeggiano, in tenuta da biker, calpestano il selciato senza immaginare neppure lontanamente che cosa è accaduto. Sono passate da poco le 14, ai giardini di piazza Dante, teatro domenica dell’inizio della rissa che ha poi sconvolto l’intero centro storico. Non ci sono agenti di polizia, né vigili, né guardie forestali: la prima ronda partirà alle 16. 30, dopo che nella mattinata avevano subissato di telefonate Cgil e Fenalt, mettendo le mani avanti: se polizia e carabinieri non sono stati in grado finora di garantire l’ordine pubblico, perché dovremmo riuscirci noi? E così, spalleggiati dai sindacati, chiedono ora un’incontro al dirigente generale del Servizio foreste della Provincia, Romano Masè, proprio per avere chiarimenti sul loro ruolo. Poco prima delle 15, quasi sotto alla statua del poeta, arriva una pattuglia dei vigili urbani, per stazionarvi a lungo. Ma tranne i soliti gruppetti (rigorosamente italiani e pluritatuati) sulle panchine attorno al laghetto, tra lattine vuote di birra e fugaci aromi di marijuana, c’è davvero poco su cui vigilare. Certo, poco più in là alcuni giovani africani (ma nessun maghrebino) stazionano come sempre: ma pochi e ordinatamente, seduti all’ombra. C’è chi discute, chi beve una bibita, chi legge. E a pochi passi da loro, davanti al palazzo della Provincia, il piccolo parco giochi è affollato di bambini e genitori.
Il primo pomeriggio di “militarizzazione” della città, dopo le incredibili scene di domenica promeriggio, è trascorso come un qualsiasi martedì di estate. Se possibile, ancora più calmo del normale, anche per via della pioggia che verso le 16 ha iniziato a bagnare la città. I controlli saranno anche stati intensificati, ma senza esagerare: una volante della polizia in piazza Duomo, un’altra a percorrere più volte l’asse via Torre Vanga-via Torre Verde, ma poco altro. D’altra parte, ieri, anche gli altri punti “caldi” immediatamente a ridosso del centro storico sembravano improvvisamente spopolati di stranieri: in piazza Leonardo da Vinci, per dire, solo un piccolo crocchio di nordafricani davanti alla sede di Europe Assistance, ma per pochi minuti. E lo stesso in via Prepositura, i cui esercizi da tempo sono stati monopolizzati da attività gestite da immigrati: davanti al kebab, al negozio di alimentari, alla Western Union marciapiede deserto, e lo stesso in piazza S. Maria Maggiore. Mentre in via Verdi, dove cioè domenica si era spinta la rissa, i tavolini dei bar erano saldamente presidiati da studenti universitari. E di immigrati neppure l’ombra.
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