Nomadi a Trento, dieci microareeal vaglio del Comune - SONDAGGIO

Le microaree sorgeranno sulla «fascia lungo il fiume Adige, da Gardolo a Mattarello». Lo afferma Melchiore Redolfi, presidente della circoscrizione Centro storico - Piedicastello, colui che ha avviato il dibattito sui nomadi



SONDAGGIO Siete favorevoli alle microaree?

TRENTO. Le microaree sorgeranno sulla «fascia lungo il fiume Adige, da Gardolo a Mattarello». Lo afferma Melchiore Redolfi, presidente della circoscrizione Centro storico - Piedicastello, colui che ha avviato il dibattito sui nomadi. «Il Comune sta ragionando su una decina di luoghi».
Redolfi ha detto fin dall’inizio che bisogna intervenire e che la risposta sono le microaree. La situazione attuale penalizza fortemente alcune zone della città. «Tra noi e Gardolo ci sono già una decina di campetti abusivi e questo non si può fare», afferma il presidente. «Ravina è l’unico regolare, gli altri tutti irregolari o comunque provvisori, compreso quello all’ex Motorizzazione. Bisognerà trovare soluzioni e le stiamo cercando».
Non c’è il rischio che le microaree fioriscano sul territorio degli stessi rioni già penalizzati dai campi abusivi? «Noi abbiamo ribaltato il problema - dice Redolfi -, chiedendo che ci faccia una proposta chi ha le competenze per farlo, cioè la giunta. Dovremo dare un parere e faremo la nostra valutazione. Chiedo che tutte le circoscrizioni si facciano carico del problema, che non deve essere posto a carico di una sola collettività. Ho molta fiducia nell’assessore Plotegher».
Poi una stoccata alla Lega: «Io dico solo che le microaree vanno fatte. L’unica cosa che non possiamo fare è disinteressarci o dire che sono sempre problemi degli altri. Da qui il contrasto con la Lega. A Verona i nomadi li hanno cacciati dal centro ma adesso sono attorno alla città, magari mandati sul territorio di altri sindaci, anche loro leghisti. Vorrei che la discussione fosse più nel merito, invece che ideologica...».
Per il presidente gli esempi ai quali ispirarsi ci sono: «L’Alto Adige è una provincia virtuosissima. Pensiamo a Bolzano, Bressanone e Lana: tutte esperienze positive. Basterebbe imparare e mutuare. Non mi pare che il sindaco di Bolzano abbia perso le elezioni perché ha proposto le microaree. Sono controllate, autogestite e il Comune controlla che siano gestite bene. I Sinti sono disponibili a farle anche qui. Ma non è possibile pensare di trasformarli di punto in bianco in trentini di origine controllata. Ci vuole tempo».
Intanto continua il botta e risposta a distanza fra assessori di Provincia e Comune. Ieri Ugo Rossi aveva replicato a Violetta Plotegher, che proponeva di inserire parte degli 82 nomadi che vivono nei campi abusivi in alloggi privati, come da loro richiesta. «Non esiste alcuna forma di messa a disposizione di appartamenti a nomadi», era stata la risposta.
Oggi Plotegher (si veda l’intervento integrale a pie’ di pagina) ribatte, dicendosi «stupita e amareggiata dal modo in cui alcune mie dichiarazioni sono state travisate, impegnando l’assessore provinciale ad una dichiarazione per richiamarmi “alle regole”, dando l’idea che le politiche sociali e abitative della città possano essere decise secondo logiche discrezionali o strade preferenziali». L’intento di Palazzo Thun - precisa - è di «trovare soluzioni, perché è interesse di tutti, all’interno di un percorso chiaro e tracciato da regole definite».

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