Nessun risarcimento per l’acqua alta
Operatori turistici del lago di Caldonazzo indignati per la decisione della Provincia di non riconoscere la calamità naturale
ALTA VALSUGANA. «Una schifezza» è stato l’unanime commento degli operatori turistici del lago di Caldonazzo alla notizia della decisione da parte della Provincia di non intervenire per i danni in seguito all’acqua alta della primavera scorsa.
Ieri Andrea Rudari (Pd), durante il “question time”, aveva chiesto lumi al riguardo al presidente Alberto Pacher. La risposta del presidente della Provincia è stata: «Per l’evento della scorsa primavera non è stato dichiarato lo stato di calamità in quanto il fenomeno non ha avuto il carattere di eccezionalità tipico di quegli eventi. Di conseguenza non è stato previsto alcun indennizzo finanziario per i danni subiti». Pacher ha anche riferito che «il 18 giugno scorso i soggetti interessati hanno depositato la richiesta di accertamento tecnico preventivo volto a valutare lo stato della zona. Tuttora è in funzione un sistema di pompaggio che, dalla messa in funzione, ha visto un abbassamento del lago di circa 70 cm. Inoltre è stato avviato un intervento ad opera dei bacini montani che dovrebbe evitare il ripetersi di episodi del genere».
Se le dichiarazioni hanno soddisfatto l’interrogante, per le iniziative preventive messe in atto e per le modalità di intervento tempestive, non lo è stato tuttavia per quanto riguarda lo stato di calamità e ha invitato la giunta a ripensare l’idea di risarcire i soggetti dei danni subiti. I danni provocati dalle grandi piogge avevano interessato principalmente le attività economiche come il lido di San Cristoforo, il lido di Caldonazzo e qualche campeggio sulla sponda tra Caldonazzo e Calceranica. La stagione era stata quindi ritardata di alcune settimane tanto che gli arrivi dal nord Europa erano avvenuto con il contagocce. La stagione non aveva certamente aiutato le strutture che registravano acqua alta fin dentro nei locali. Il lido di San Cristoforo, ad esempio era praticamente un’isola con l’acqua del lago che aveva superato la struttura e invaso anche il parcheggio antistante insieme a tutta la strada dei Pescatori lungo le spiagge libere. Altrettanto era successo nei locali del lido di Caldonazzo. Inagibili perché sommerse, ma anche perché gonfie d’acqua, molte delle piazzole dei campeggi specialmente nella parte più verso Pergine. Accanto alla stagione ritardata, per gli operatori, anche l’onere di ripristinare il tutto nel più breve tempo possibile. (r.g.)