le nuove norme

Mutui casa, aumentano le sofferenze

Sono sempre di più le famiglie che non riescono a pagare le rate. Siamo al 5,4 per cento. Timori per il pignoramento diretto


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. La casa, si sa, è il bene rifugio per eccellenza. L’investimento preferito dagli italiani, e dai trentini in particolare, che fanno di tutto per comprarla. Si indebitano anche fino al collo. E in tempi di crisi rischiano di saltare qualche rata. Ecco perché il decreto sui mutui casa in discussione in questi giorni allarma moltissime famiglie in ritardo con il pagamento delle rate del mutuo. Nella prima versione, il decreto Mutui prevedeva che la casa passasse alla banca dopo appena 7 rate non pagate, senza il vaglio del giudice, come accade adesso.

Dopo la levata di scudi da parte dei vari movimenti dei consumatori, le commissioni finanze di Camera e Senato hanno formulato un parere secondo il quale la casa può essere pignorata e poi venduta dalla banca dopo 18 rate del mutuo non pagate. Inoltre la valutazione deve essere effettuata da un perito nominato dal tribunale e affiancato da un esperto di fiducia del mutuatario. Anche se il numero delle rate non pagate sale, la possibilità di perdere la casa senza il pronunciamento del giudice resta. E questo è quello che preoccupa di più i consumatori.

Dall’altra parte le banche fanno presente che i soldi in gioco sono dei risparmiatori e, con il bail in, anche dei clienti con più di centomila euro sul conto. Quindi, fanno presente gli istituti di credito, se si riesce a pignorare le case che non vengono pagate e a venderle in tempi non lunghissimi, anche azionisti e clienti rischiano di meno. Però resta il rischio che famiglie in momentanea difficoltà possano perdere la casa che hanno pagato in buona parte. Un rischio che da più parti si cerca di scongiurare.

Un rischio concreto se si guardano i dati. Il rapporto della Banca d’Italia sul credito in Trentino e in Alto Adige dice che le sofferenze, ovvero i crediti difficili da incassare, sono aumentati anche per quanto riguarda i prestiti alle famiglie, che sono in maggioranza costituiti dai mutui casa. Il totale delle sofferenze sui crediti totali è del 10,4 per cento. Le sofferenze dei crediti nei confronti delle famiglie sono circa la metà, ovvero, il 5,4 per cento. Questo vuol dire che le famiglie stanno molto meglio delle imprese e pagano molto di più le rate dei prestiti ricevuti.

Però anche le sofferenze per i mutui e i prestiti alle famiglie sono aumentate, e non di poco. Secondo i dati riportati sul rapporto della Banca d’Italia, le sofferenze dei crediti alle famiglie in provincia di Trento erano al 4,6 per cento del totale nel dicembre 2013, sono salite al 5,2 per cento nel dicembre 2014 e sono poi arrivate al 5,4 per cento nel giugno 2015, ultimi dati disponibili. Questo a dimostrazione che anche le famiglie stanno andando in difficoltà e potrebbero perdere la casa anche da noi.

In aumento anche i crediti incagliati, ovvero quei crediti difficili da incassare ma per i quali le banche non hanno perso tutte le speranze. In questo caso sono passati dal 5,5 per cento del totale dei crediti alle famiglie al 6 per cento. Questo vuol dire che in totale i crediti problematici o deteriorati, come li definiscono i banchieri, sono l’11,4 per cento. Molto meno dei crediti deteriorati totali che sono il 22,7 per cento, ma sempre tanti. Infatti, il confronto con l’Alto Adige è impietoso.

In provincia di Bolzano le sofferenze per i crediti alle famiglie sono appena al 2,9 per cento e sono salite di appena lo 0,1 per cento in un anno e mezzo. I crediti incagliati sono fermi al 2,4 per cento e sono stabili. Questo vuol dire che i mutui problematici in Alto Adige sono, in percentuale, la metà rispetto a quelli trentini. Un dato preoccupante che dimostra come anche le famiglie trentine stiano soffrendo.

Carlo Biasior del Centro tutela consumatori è allarmato: «Io vedo sempre più famiglie che non ce la fanno a pagare le rate del mutuo. In alcuni casi si tratta di famiglie cui il mutuo non andava concesso, ma in altri casi si tratta di persone in difficoltà momentanea e non è possibile che perdano la casa senza il pronunciamento di un giudice».













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