Musica live, in Rotaliana troppi ostacoli
I gestori dei locali: «Burocrazia e residenti insofferenti». L’assessore Guadagnini: «Coalizzatevi per cambiare le regole»
ROTALIANA. La movida è in sofferenza, non solo nelle grandi città: anche nei paesi della Rotaliana la vita notturna sta passando un periodo difficile a causa di problemi di vicinato e permessi latitanti. A lamentare la questione sono principalmente i giovani e i musicisti che sottolineano le complicazioni con cui chi vorrebbe organizzare un evento, specialmente di musica dal vivo, è costretto ad avere a che fare. In un periodo in cui le proposte aumentano paradossalmente spesso sono i locali stessi a tirarsi indietro per evitare problemi. I permessi comunali, che vanno richiesti con modalità diverse a seconda delle amministrazioni, vengono concessi con il contagocce e possono essere revocati come è capitato in alcuni paesi della Piana e della bassa Val di Non, in seguito a rimostranze del vicinato che, considerata la posizione centrale di molti bar della zona, soffre i decibel di troppo. «Sono convinto che il problema principale risieda nella mentalità - commenta Denis Paoli, presidente di Piana Life, associazione impegnata nel trovare aggregazione nei paesi - non è un caso che dopo qualsiasi festa ci siano problemi legati al caos nel centro, e non è un caso che i giovani nel corso dell'ultima Fine Estate a Mezzolombardo siano stati confinati: è giusto ridurre i disagi per la popolazione, ma sarebbe giusto anche mediare con le esigenze di chi vuole divertirsi, magari cercando luoghi fuori dall'abitato, perchè no, con il sostegno dei Comuni». Il rischio secondo molti è che di questo passo i paesi si svuotino e che diventino dei “dormitori”. Intanto i pochi locali che avrebbero la struttura per ospitare serate decentrate rimangono chiusi e un'ondata di cambi di gestione sta modificando la geografia dei bar di paese. «Per tranquillità - spiega in proposito Serena Gottardi, gestrice del Bar Liston a Mezzolombardo - abbiamo spostato i concerti nella fascia dell'aperitivo: cerchiamo di limitare anche gli schiamazzi».
«Se almeno negli orari consentiti non ci fossero problemi ci accontenteremmo, - precisa Marco Mongibello del Bar Mirtillo - troppe lamentele rischiano di demotivare anche chi lavora nel rispetto del buon vicinato: sarebbe bello far rimanere i giovani qui vicino».
Anche al di là del Noce la situazione è simile. «Il problema di noi baristi è riuscire ad avere un buon rapporto con i vicini continuando a fare musica spesso - sottolinea Denise Molinari, titolare del Cafè Mirò di Mezzocorona - se si potessero fare più serate terremo i nostri giovani vicino casa e non li costringeremmo a cercare il divertimento fuori regione. Così facendo aiuteremmo anche l'economia di qui e daremmo la possibilità alle nuove band di emergere». Fra le altre difficoltà lamentate dai gestori i costi della Siae, la “tassa” sulla musica diventata sempre più alta e difficile da coprire con gli incassi, e le multe in cui si rischia di incappare se si sforano orari e volumi: «Se i vigili vengono chiamati da qualche residente- spiega l'assessore di Mezzolombardo Roberto Guadagnini - sono obbligati a sanzionare eventuali violazioni. Se davvero c'è tutto questo malessere i giovani possono unirsi e richiedere una modifica ai regolamenti comunali, che le amministrazioni discuteranno cercando un punto di incontro».
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