Multe «in sconto»: saldate al 90%. In cinque giorni 158 già pagate
Ma la vicecomandante Maniero “frena”: «Troppo presto per capire se è un trend generale I trentini sono veloci, anche prima il 70% delle contravvenzioni venivano regolate quasi subito»
TRENTO. Le multe “in saldo” stanno riscuotendo l’apprezzamento - oltre che i soldi - dei trasgressori. Dalla prima giornata di applicabilità del pagamento in forma ridotta, cioè dal 21 agosto, sono ben 158 le contravvenzioni saldate entro i 5 giorni dal preavviso lasciato sotto il tergicristallo dai vigili urbani o dagli ausiliari del traffico. In percentuale, ed escluse per il momento quelle saldate via terminale Lottomatica (i cui dati non sono ancora pervenuti al comando della polizia municipale), il 90% delle multe sono state pagate entro il termine che consente un risparmio del 30% sull’importo totale. «Ma è presto per capire se si tratta di un trend effettivo - mette le mani avanti la vicecomandante della polizia municipale Maria Teresa Maniero -, sono dati che assumeranno un’attentibilità statistica solo dopo sei mesi almeno. In ogni caso, i trentini sono piuttosto celeri nel pagamento: circa il 70% dei multati pagava entro i primi giorni dall’avviso già prima dell’introduzione degli “sconti” del 30%».
Le contravvenzioni più comuni, come si evince dai dati dello scorso anno, rimangono quelle per divieto di sosta (circa 8 mila quelle rilevate dagli ausiliari del traffico nel 2012), ma scorrendo le varie voci si scopre che pochisssimi (solo lo 0,6%) fanno ricorso. «Forse - azzarda una piegazione la vicecomandante - molti hanno capito che c’è scarsa convenienza a impugnare una multa di 40 euro per divieto di sosta, quando per avviare il ricorso dal giudice di pace se ne pagano pochi dimeno. Ma è anche vero che in presenza di un errore la maggior parte delle persone si rivolge al comando e chiarisce la propria posizione qui, anziché fare ricorso». Ma oltre al divieto di sosta, una costante tra le trasgressioni tipiche, fa specie l’incremento delle multe per certificati assicurativi e documenti falsificati: 227 casi nel 2012. Non è però che la pratica da malavita si sia allargata a macchia d’olio a Trento e dintorni: gran parte di chi incorre in questa sanzione non si è rivolto a un professionista, ma ha fatto “tutto da solo”. Si è cioè arrangiato con ciò che la tecnologia offre: computer, scanner e stampanti. «In gran parte - circostanzia la vicecomandante Maniero - si tratta di persone che si sono per così dire “!arrangiate in casa” aggiustando a piacere la data di scadenza dell’assicurazione. Non si sono rivolti cioè a falsari professionisti, hanno solo cercato di fare i furbi con le possiblità attuali della tecnologia digitale». É presumibile - anche se la vicecomandante non ha, né può avere, dati a favore di questa tesi - che l’elevato numero di falsificatori sia dovuta alla crisi: essendosi ristretto il budget familiare, la gente si arrangia con i mezzi che ha per risparmiare una rata dell’assicurazione. Esponendosi però a rischi ben peggiori.