Morto padre Casimiro, ispirò la Lubich
Ieri nel convento dei Cappuccini di Rovereto si è spento a 99 anni il frate che con le sue prediche diede l’esempio a Chiara
TRENTO. Quel 7 dicembre del 1943 nel convento dei Cappuccini di Trento, quando Chiara Lubich venne si consacrò al Signore c’era solo lui. Padre Casimiro Bonetti da Perarolo veniva definito la scintilla inconsapevole del fuoco della fondatrice dei Focolari. La stessa Chiara diceva di essersi ispirato a lui, ma padre Casimiro era solito dire: «io non c’entro. Sono solo un miserabile che cerca di fare il suo dovere». In realtà era considerato l’uomo che aveva ispirato la vocazione di Chiara.Ieri mattina si è spento a 99 anni nel convento dei Cappuccini di Rovereto dove si era ritirato da anni dopo aver animato per molti anni la comunità di Roma. La notizia si è diffusa in pochissimo tempo in tutto il movimento dei Focolari dove padre Casimiro era molto amato. I funerali si terranno domani.
Padre Casimiro era solo un giovane frate quando venne chiamato da padre Bruno da Verla a predicare a Cognola, sulla collina di una Trento sventrata dai bombardamenti. «Avevo appena finito gli studi - ricordava padre Casimiro in un’intervista di alcuni anni fa all’Avvenire - Il Superiore provinciale mi aveva affidato il Terz’Ordine francescano. Così io andavo in giro a predicare. Anche quel giorno nell’orfanotrofio di Cognola a tre giovanissime maestre parlai dell’ideale di San Francesco, del suo fuoco d’amore. Alla fine chiesi loro cosa ne pensassero e una sola, Silvia Lubich, mi spose con parole che non ho mai dimenticato: “Padre, io non avevo mai sentito cose del genere. Voglio anch’io questo fuoco d’amore, voglio portarlo nel mondo”. La guardai e la vidi ardere dello stesso fuoco». Così Silvia volle offrirsi al Signore e prese il nome di Santa Chiara d’Assisi: «Non voleva farsi suora - ricordava ancora padre Casimiro - desiderava offrirsi a Dio restando laica. Io le chiesi di pensarci bene, le dissi che poi, se avesse cambiato idea, solo il Santo Padre avrebbe potuto scioglierla dal voto, ma lei era raggiante. Mi raccontò che suo fratello, medico e comunista, le aveva trovato un bravo collega d’ospedale come marito, ma che lei ormai apparteneva a Dio e come Francesco voleva amarlo attraverso i fratelli». Così si arrivò a quella mattina del 7 dicembre 1943, quando Chiara venne consacrata al Signore. «Un primo nucleo di giovani - raccontava padre Casimiro - andò a vivere con lei nella prima casetta del Movimento. Ed è lì per la terza volta che fui l’inconsapevole veicolo di Dio. Quando Chiara stabilì l’ideale del Movimento: prese con sé Gesù abbandonato riconoscendolo in ogni fratello della famiglia umana».