Lupi, in Veneto copiano la legge trentina
Il consiglio regionale vuole decidere l’abbattimento, ma il ministro Costa è pronto a bloccarlo
TRENTO. Il Veneto come le Province di Trento e Bolzano. Il consiglio regionale si arma contro i lupi, che negli ultimi mesi hanno fatto razzie nelle zone in cui sono concentrati: dalla Lessinia al Monte Grappa, dall’Agordino all’Altopiano d’Asiago. La terza commissione regionale ha approvato un provvedimento che autorizza come ultima possibilità «di prelevare» i capi in eccesso dal territorio.
In pratica i consiglieri veneti vorrebbero dare il via libera all’abbattimento, come era stato deliberato dalla Provincia di Trento e da quella di Bolzano , leggi impugnate però dal ministro dell’ambiente Sergio Costa che ha ribadito come la competenza sulla fauna selvatica sia del governo.
In giugno, dopo varie predazioni da parte del lupo, ma anche sulla scia delle due aggressioni di orsi ai danni di persone, la giunta provinciale aveva deciso di forzare sulla gestione dei grandi carnivori. Nel testo di legge, si leggeva: «per proteggere la fauna e flora selvatiche per prevenire danni gravi specificatamente alle colture, all’allevamento, ai boschi, al patrimonio ittico, alle acque e ad altre forme di proprietà, per garantire l’interesse della sanità e della sicurezza pubblica o per altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale o economica, e motivi tali da comportare conseguenze positive di primaria importanza per l'ambiente», il presidente della Provincia può - dopo aver acquisito il parere dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) - «autorizzare il prelievo, la cattura o l’uccisione degli esemplari, a condizione che non esista un’altra soluzione valida». Il ministro Costa, come a suo tempo ha annunciato il ricorso alla Corte costituzionale, ha spiegato anche ai consiglieri veneti che esistono altre soluzioni prima dell’abbattimento: «Ci sono ventidue azioni per regolare il rapporto uomo-lupo».