Lupi e sciacalli si «litigheranno» il Trentino
Ultimo arrivato tra i grandi predatori in Trentino, lo sciacallo dorato è destinato a occupare il fondovalle antropizzato e le campagne. Mustoni: "Dai Balcani è arrivato sulle Alpi"
TRENTO. Fisicamente potrebbe collocarsi in una posizione intermedia tra il lupo e la volpe, anche se le sue dimensioni (circa 15 chili per gli adulti) lo avvicinano più alla seconda che al primo. Lo sciacallo dorato rientra tra i grandi carnivori, con lupo, orso e lince. E di tutti è l’unico arrivato in Italia per la prima volta in questi anni. Endemico dell’area balcanica, non risulta essere mai stato in passato nel nostro Paese. Nemmeno in ere remote. Mentre lupo e orso sono tornati sulle alpi, insomma, lo sciacallo dorato si affaccia sulle nostre vallate per la prima volta ora.
«È difficile dire perché - spiega l’esperto Andrea Mustoni - sia accaduto. È un fenomeno che stiamo studiando nella sua evoluzione, ma del quale a oggi non siamo in grado di definire con certezza le cause. In natura esistono degli andamenti ciclici delle popolazioni di animali. In questo momento assistiamo, in tutta Europa, a un fortissimo consolidamento della presenza del lupo. E a una vera e propria esplosione dello sciacallo dorato, comparso in zone del tutto nuove per la sua specie. È un fenomeno assolutamente interessante. Come molto interessante sarà, per chi è appassionato di animali, vedere come nei prossimi anni si combineranno sul nostro territorio le presenze di tutti questi grandi carnivori. La cosa che è più logico attendersi è che lo sciacallo dorato vada in competizione con il lupo e finisca per esserne confinato nelle zone dal lupo meno gradite. Ma sono ipotesi che dovranno essere verificate sul campo».
La comparsa in Italia dello sciacallo dorato risale al 1984 e il primo avvistamento avvenne nel bellunese. In Trentino la prima segnalazione è molto più recente: il 2009. «Sappiamo da dove arriva - dice Mustoni - e che percorso ha fatto. Dai Balcani è salito per le Alpi Dinariche, da dove provengono anche i nostri orsi. Da lì è entrato nel nordest italiano. In Trentino il primo nucleo riproduttivo si è insediato nel Bleggio, nella zona di Fiavè. Adesso ci sono segnalazioni anche in altre parti del Trentino. L’ultima in Vallagarina, nei pressi di Volano. Ma è impossibile dire se siano animali in arrivo dal Bleggio o in ingresso dalla stessa rotta balcanica. Quel che è certo è che in questo momento ci sono molti sciacalli dorati in fase di dispersione: stanno colonizzando nuovi territori. Arrivano per quello che è un corridoio naturale già sperimentatamente utilizzato da molte specie. La più nota è forse la tortora dal collare, assente dal Trentino fino a pochi decenni fa. Ma anche una sottospecie di riccio, per fare un altro esempio, arriva da lì. Comunque sono arrivati, e a questo punto stanno diventando una presenza non più sporadica».
La domanda più scontata è se possano essere pericolosi.
«Lo escluderei. O meglio, non sono più pericolosi di qualsiasi animale selvatico. Di certo non sono aggressivi per l’uomo. Sono animali molto riservati e schivi: è difficile anche incontrarli e vederli. Si muovono soprattutto tra il crepuscolo e l’albra: le ore notturne sono quelle in cui cacciano. E vivono in branchi, un po’ come i lupi. Rispetto ai loro parenti molto più grandi (un lupo arriva a 45 chili: tre volte uno sciacallo) occupano una nicchia ecologica diversa. Predano soprattutto piccoli animali: dai roditori ai piccoli mammiferi, fino ai cuccioli di ungulati. Ma abitano anche zone leggermente diverse. Mentre il lupo si spinge fino in alta montagna e si tiene tendenzialmente lontano dalle zone più modificate dall’uomo, lo sciacallo tende a occupare molto più i fondovalle, le zone umide, le aree coltivate. E dal punto di vista alimentare è ancora più opportunista del lupo. Certamente i rifiuti hanno su di lui un forte effetto di richiamo».
Nel fondovalle rurale si muovono molto spesso non solo gli umani, ma anche i loro animali di compagnia. I cani su tutti. Lo sciacallo dorato può essere pericoloso per loro?
«Escluderei anche questo - dice Mustoni - nel senso che non c’è alcuna prova di predazioni di cani da parte di sciacalli dorati. E dico sia di cani liberi che di cani alla catena. I lupi predano i cani, gli sciacalli non ci risulta affatto. Così come non risulta che predino le volpi: è la specie con cui sono sicuramente in competizione alimentare più diretta, visto che entrambe cacciano piccoli animali e si nutrono anche di frutta e altri vegetali all’occorrenza, ma non risultano predazioni di volpi da parte di sciacalli. Cosa invece che è accertata, ancora una volta, da parte dei lupi. Quindi possiamo immaginare che un rafforzarsi della popolazione di sciacallo dorato possa creare problemi alla popolazione di volpi, ma per la competizione sulle risorse alimentari, non per la predazione diretta. Come possiamo immaginare che il lupo finirà per diventare la specie dominante. Abbiamo davanti anni in cui le dinamiche delle popolazioni di questi animali saranno molto interessanti da seguire».
Guardando a quello che è successo in altre zone d’Europa, l’arrivo dello sciacallo dorato in Italia potrebbe anche portare alla soluzione «naturale» di alcuni problemi di squilibrio che oggi non si sa come affrontare. Pare per esempio che sia un cacciatore straordinariamente efficace di nutrie: il grosso roditore arrivato dal sudamerica che ha colonizzato molti corsi d’acqua italiani creando enormi problemi di tenuta degli argini, a causa delle profonde tane che scava. In Trentino le nutrie sono ormai presenza stabile sull’Adige, sul Sarca e sul lago di Garda, per esempio. Lo sciacallo dorato potrebbe contenerne, anche in modo radicale, la popolazione. Nondimeno potrebbe creare qualche problema (e pioverebbe sul bagnato) agli allevatori: nelle sue zone di origine è considerato responsabile di predazioni abbastanza sistematiche ai danni di pecore e capre, soprattutti agnelli e capretti, e anche occasionalmente di vitelli. Nulla comunque i paragonabile in termini numerici con i danni che nelle stesse zone vengono ascritti alla responsabilità dei lupi. Che a loro volta potrebbero, come spiega Mustoni, diventare rapidamente “calmiere” anche per la proliferazione dello sciacallo dorato.