Levico, sorgenti e lago «Ma il turismo è in ritardo»
La ricerca. Erica Gonzo ha analizzato la storia della principale località turistica della Valsugana a partire dalle acque minerali. «Il lago, elemento distintivo, ha tardato ad essere valorizzato»
Trento. In che modo si è evoluto il turismo di levico terme? la storia della destinazione più importante e conosciuta della valsugana è stata approfondita da erica gonzo nella sua tesi di laurea magistrale conseguita nel corso "management della sostenibilità e del turismo” all’università di trento lo scorso 27 marzo 2019.
Erica, qual è la storia di Levico Terme come località turistica?
“E’ una delle poche destinazioni del Trentino che vanta un’evoluzione turistica plurisecolare e si è resa nota sul piano internazionale grazie alla presenza di una sua particolare risorsa, le acque mineralizzate della sorgente di Vetriolo, che ne ha permesso lo sviluppo turistico già nel XIX secolo”.
Da che punto di vista ha affrontato la ricerca?
“Ho svolto un’analisi storica che ripercorre lo sviluppo turistico fin dal suo esordio. L’analisi analizza l’impatto avuto dall’industria turistica sull’economia del territorio nel corso della sua trasformazione. In questo modo è possibile comprendere il motivo per cui al giorno d’oggi l’offerta turistica di Levico è conformata in un certo modo e perché tale località è attualmente la più importante destinazione turistica della Valsugana, nonché ha permesso di ipotizzare quali prospettive di sviluppo possono essere formulate per il futuro, muovendosi verso percorsi innovativi che non sono mai stati proposti nel corso della sua storia e valendosi di quelle risorse territoriali il cui potenziale non è mai stato pienamente sfruttato dal punto di vista turistico”.
Come si è evoluta l’offerta turistica di Levico?
“E’ quasi sempre stata dettata dai cambiamenti nella domanda: gli attori coinvolti nel settore, nella maggior parte dei casi, si sono mossi solamente al fine di adattare la propria offerta alle nuove tendenze o ai nuovi target di clientela che si sono avvicinati spontaneamente alla destinazione. Per quanto la destinazione sia quasi sempre stata in grado di adeguarsi coerentemente a tali tendenze, essa avrebbe potuto migliorare la propria capacità di essere maggiormente proattiva e propositiva”.
Qual è stata la conseguenze di questo atteggiamento “reattivo”?
“Ne è conseguito che, nel corso dei decenni, Levico non è stata sufficientemente abile nel proporsi sul mercato turistico con un’offerta strutturata e capace di valorizzare pienamente le proprie risorse territoriali. Lo dimostra il fatto che, ad oggi, il territorio levicense dispone ancora di risorse non completamente sfruttate turisticamente. Anche quello che oggi rappresenta il suo elemento distintivo, ovvero il lago, ha tardato nell’essere valorizzato dal punto di vista turistico, e i primi investimenti sono stati effettuati in risposta ad un crescente interesse da parte della domanda verso tale risorsa. Parimenti, lo sfruttamento delle sorgenti minerali avrebbe potuto permettere l’avvio al fenomeno turistico decenni prima, ma mancò l’intraprendenza necessaria della popolazione locale per permetterne l’esordio.
Di cosa si occupa attualmente?
“Inizierò a breve a lavorare per un tour operator con sede in Val Pusteria che organizza viaggi ed esperienze legate soprattutto al cicloturismo, ma anche trekking e sci da fondo”.