Laureati in piazza, diplomi a 431 giovani
Rettore Collini e sindaco Andreatta: «Operate per il bene comune». Le esperienze di due studenti “di successo”
TRENTO. Piazza Duomo ben gremita ieri mattina, prima vera giornata primaverile, per la Cerimonia di Laurea di Ateneo arrivata ormai alla quarta edizione. Un’occasione, come ha sottolineato il vicepresidente della Provincia Olivi, in cui si esprime il rapporto dell’Università di Trento con il territorio: «Mi sembra un gesto sincero tramite il quale l’Ateneo esprime il suo sentirsi un tutt’uno con la comunità, come un corpo vivo per la costruzione del Trentino».
La Cerimonia, partita poco dopo le 11 con l’arrivo dei 15 migliori dottori di ricerca e del corteo accademico – composto dai rappresentanti dei vari Dipartimenti e Centri di ricerca, dalle prorettrici, dal prorettore vicario e dal rettore Paolo Collini – si è protratta fino alle 13. Sono stati consegnati i diplomi ai 431 laureati presenti, accompagnati da amici e familiari. In apertura sono risuonate le note dell’inno nazionale, anche se ben pochi (e a voce piuttosto sommessa) hanno accompagnato la musica con le parole. Forse la concentrazione era altrove: sul percorso accademico terminato o sul percorso lavorativo da cominciare. Un momento di riflessione, che però secondo il Rettore non dovrebbe fermarsi lì: «È vostra responsabilità – ha ricordato Collini, rivolto ai neolaureati – costruire il futuro pensando non solo alla realizzazione personale, ma anche agli sforzi necessari per costruire un mondo migliore». Un messaggio simile lo ha lanciato anche il sindaco Alessandro Andreatta: «È vostro dovere, prima che vostro diritto, impegnarvi per cambiare ciò che vi sembra non funzionare», ha voluto rimarcare. Eppure gli interventi dei due studenti saliti sul palco sembrano andare in altra un’altra direzione, molto individuale: sia Leonardo Bottaro (laureatosi nel 2009 in Mediazione linguistica per le imprese e il turismo presso il nostro Ateneo, oggi responsabile della Swatch & Sports International in Svizzera) sia la neolaureata in Scienze e tecniche di psicologia cognitiva, Nicole Bizzotto (intervenuta in rappresentanza dei migliori laureati di questo Anno Accademico), si sono concentrati sulle loro esperienze personali, lasciando da parte una loro eventuale prospettiva più collettiva o comunitaria.
Leonardo Bottaro ha parlato della sua esperienza attraverso il linguaggio del surf (sua grande passione), che lo ha aiutato a “stare a galla” più che dignitosamente: «Bisogna concentrarsi sui propri punti di forza e lavorare sulle proprie debolezze – ha detto ai suoi “eredi” – e poi imparare dagli errori e rimettersi sempre in gioco, imparando a farsi trovare sempre pronti a cogliere le opportunità che ci si presentano nella vita». Parole analoghe da Nicole Bizzotto: «Crediate in voi stessi – ha spronato i suoi colleghi – perché solo voi conoscete i vostri limiti e le vostre capacità. Occorre che ognuno di noi scovi dentro se stesso la propria scintilla di unicità».
Una Cerimonia non solo celebrativa, quella di ieri, dalla quale è emersa una sorta di “scollatura” tra i discorsi dei “giovani” e quelli degli “anziani”: i primi focalizzati sulla ricerca del successo personale, i secondi che spingono verso una visione dell’impegno individuale a favore dell’intera collettività. Forse l’Università di Trento darà un contributo, in futuro, perché il messaggio lanciato dalle sue autorità trovi maggiore sensibilità tra i suoi studenti e i suoi futuri laureati.