Laureati in fuga all’estero, l’emorragia si aggrava
Gli studenti in possesso di diploma che hanno trasferito la residenza in altri Paesi sono passati dagli 80 del 2010 ai 187 del 2013. Una crescita che continua
TRENTO. La fuga di cervelli è un fenomeno anche trentino. Gli abitanti in provincia in possesso di un diploma di laurea che hanno trasferito la loro residenza all'estero sono passati dagli 80 del 2010 ai 187 del 2013, crescendo in maniera costante (erano 104 nel 2011 e 148 nel 2012). Lo dicono i dati delle anagrafi locali elaborati dal Servizio Statistica della Provincia. Ma se questi contengono i residenti laureati di tutte le età che per i più svariati motivi hanno deciso di emigrare, ancora più significativi sono i numeri degli under 35, cioè dei giovani “freschi di diploma”, che partono subito varcando il confine per andare in cerca di fortuna nel resto del mondo: 44 nel 2010, 52 nel 2011, 67 nel 2012 e 110 nel 2013. Ancora incompleto, invece, il dato riferito al 2014, che mostra 120 laureati totali “in fuga”, 59 dei quali minori di 35 anni.
Parliamo di percentuali non altissime, considerato che ogni anno a Trento si laureano quasi 3 mila studenti (2.874 nel 2011 e 2.843 nel 2012 secondo l'ateneo, ma questi dati si riferiscono a tutti coloro che conseguono il diploma in quel determinato anno, non solo ai residenti in Trentino). «Si deve tenere presente però che i nostri dati conteggiano solo coloro che si trasferiscono all'estero spostando anche la residenza», spiega Vincenzo Bertozzi, direttore dell'Ufficio Sistema informativo statistico del Servizio Statistica della Provincia. «Sono molti, infatti, coloro che si trasferiscono all'estero senza cancellare la residenza in Italia, e nello specifico in Trentino».
Un fenomeno rilevato anche in una dettagliata inchiesta pubblicata recentemente da “Repubblica”: «Gli italiani che nel 2013 hanno preso il "National Insurance Number" (codice fiscale) per lavorare in Gran Bretagna - scriveva Federico Fubini - sono quattro volte più di quelli che ufficialmente hanno lasciato l'Italia, secondo l'Istat, per andare Oltremanica. Per il governo tedesco, gli italiani arrivati in Germania solo nella prima metà del 2014 sono più di quelli che, secondo l'Istat, lo hanno fatto in tutto il 2013». Se dovessimo moltiplicare i numeri trentini per quattro raggiungeremmo la cifra, decisamente più importante, di 440 laureati da poco (e circa 750 senza limiti di età).
Una perdita di risorse intellettuali che ha un corrispettivo economico. Impressionante.«Dal 2008 al 2014 - si legge ancora sulla Repubblica - è emigrato all'estero un gruppo di italiani la cui istruzione nel complesso è costata allo Stato 23 miliardi di euro. Sono 23 miliardi dei contribuenti regalati ad altre economie». Si tratta di una cifra - scrive Fubini - «pari al doppio di quanto occorre per stendere la rete Internet ad alta velocità che in questo Paese continua a mancare» e «pari a un terzo del costo dell'intera rete ferroviaria ad alta velocità italiana, che al chilometro è la più cara al mondo».
Non siamo in grado di dirvi quanti siano i soldi investiti per formare i trentini “transfughi”. Ma una cosa è certa: se non torneranno sui loro passi (in particolare perché il mercato del lavoro non offrirà loro le condizioni necessarie ad accoglierli) saranno stati soldi buttati.