«Latte trentino. O le stalle chiuderanno»
L’appello del presidente di Latte Trento: «Nei ristoranti, mense e ospedali si usano prodotti stranieri solo per fare risparmi irrisori»
TRENTO. «I prezzi del latte e dei formaggi negli ultimi mesi sono letteralmente crollati raggiungendo punte minime che in poco tempo determineranno forti e pesanti ricadute negative sulle stalle che ne costringeranno una parte a chiudere». Ed ancora: «La situazione aggravata dall’eliminazione delle quote latte ha determinato uno stato di nerissima crisi del comparto zootecnico italiano». E’ questa la situazione tracciata dal presidente della Latte Trento Carlo Graziadei, (279 soci) che ieri ha tenuto la propria assemblea annuale, con un appello ai consumatori, ai ristoratori e alla politica per l’acquisto di latte locale, come gesto che contribuisce a mantenere aperte le stalle: «Dai ristoranti, alle mense agli ospedali troppo latte viene dall’estero».
Ma come ha tentato di reagire il consorzio alla situazione difficile? Con una forte campagna di sensibilizzazione per cercare di comunicare i valori dei prodotti trentini che seguono disciplinari molto restrittivi, non sono manipolati e sono sicuri anche per il divieto di uso di prodotti Ogm nell’alimentazione.
Ma Graziadei ha fatto anche una denuncia e un appello: i nostri rappresentanti istituzionali facciano qualcosa per invertire la tendenza per cui solo il prezzo conta, oggi ha affermato: «Bar, ristoranti, campeggi, gelaterie, pasticcerie ma ancor peggio ospedali e case di riposo pubbliche oltre alle mense scolastiche comprano e importano prodotti da Germania, Austria, Francia e Slovenia per una piccola differenza di prezzo. Questo - ha rincarato - non genera solo un danno alla zootecnia, ma anche all’indotto.
Ma come va la salute del consorzio? «Il prezzo che viene liquidato per il 2014 ai soci è il più alto di sempre, 0,51 euro al chilogrammo, grazie ad un’accorta politica di gestione della cooperativa ed alle economie di gestione dovute alla chiusura dei caseifici di Borgo e Rovereto. Il nostro debito - ha ricordato il direttore Sergio Paoli – è sceso dai 22 milioni di euro del 2011 a meno di tre di fine 2014. Ma non solo, le rate dei mutui le paghiamo senza intaccare le entrate solo con i soldi risparmiati per gli affitti. Certo, ha proseguito, la fase di avvio post fusioni è stata molto dura, dobbiamo essere grati alla Provincia e al presidente della Cooperazione Diego Schelfi che ieri ha fatto un discorso di commiato, annunciando che sarà questa l’ultima assemblea che segue come presidente, ma anche rammaricandosi per non essere stato in grado di far decollare come da suo desiderio, l’intercooperazione». Ora nuove speranze anche dalla miscela per gelati pronta da mantecare che sta avendo grande successo.
L’assessore Michele Dallapiccola ha affrontato la situazione finanziaria della Provincia spiegando i motivi dei minori finanziamenti, e spiegando anche le cause dei ritardi del nuovo programma di sviluppo rurale, ormai prossimo al decollo, ma con un anno e mezzo di ritardo a causa della pesante burocrazia dell’Ue. Rispondendo ai molti quesiti degli allevatori egli ha ricordato il forte impegno di Trentino Marketing per la valorizzazione dei prodotti trentini.
Il nuovo caseificio? «I tempi si sono un po’ allungati, abbiamo bisogno di una variante per migliorare la gestione degli spazi» ha concluso il presidente Graziadei
Nel corso dell’assemblea si è proceduto anche al rinnovo delle cariche del consiglio d’amministrazione e del collegio sindacale: sono stati riconfermati i consiglieri Ezio Valenti, Maurizio Hellweger, Fausto Tomaselli, Ottavio Ropelato e il presidente Graziadei che sarà riconfermato. Nuovo ingresso in consiglio per Roberto Simonetti. Confermato il consiglio sindacale con Marco Ghelli, Stefano Micheli e Katia Tenni (supplenti Alessandro Mellarini e Alberto Mion). E sul fronte del consumo di latte trentino è arrivato anche il sostegno di Paolo Cunego (Comitato difesa consumatori) che ha ipotizzato l’introduzione di protocolli per l’uso di prodotti a chilometri zero per favorire i latticini trentini nelle mense trentine.