La nuova tendenza: i ratti diventano animali da coccolare
In via Lungo Leno scattano le trappole per ucciderli ma nel negozio di via Garibaldi molte le richieste di acquisto
ROVERETO. In Lungo Leno si uccidono i ratti, anche sull'onda emotiva di chi li ha visti e segnalati; in municipio è scattato l’allarme dopo l’“invasione” di topi fuggiti dal cantiere del vicino palazzo Sichardt (ex museo civico) costretti a trovare una nuova “casa” dopo l’arrivo di operai e gru che li hanno sfrattati. In via Garibaldi, invece, gli stessi animali diventano di compagnia e da coccolare. Sono le contraddizioni della società contemporanea, si dirà, o forse sono piuttosto le contraddizioni che contrassegnano la vita umana. La cosa certa è che anche i ratti si stanno imponendo come animali da compagnia a Rovereto; la cosa non è nuova nei paesi del centro e nord Europa, invece suona del tutto inusuale da noi. Le cose stanno cambiano, e lo racconta Renata Zorer, titolare del negozio "Naturamica" di via Garibaldi. Qui, una volta ogni due o tre settimane, arriva un ordine per un ratto. Proprio ratti: "rattus norvegicus" per la scienza, comunemente in Trentino la "pantegana".
La versione domestica ha qualche differenza, ma la sostanza non cambia: lunga coda, pelo corto, dimensioni abbastanza considerevoli, soprattutto nel caso dei maschi. Da qualche mese, tra i criceti e le cavie, in negozio c'è anche una gabbia per i ratti. A due colori, beige e bianchi, musetto simpatico, può conquistare. Secondo i titolari del negozio di animali di via Garibaldi, ha le carte in regola. «Sono animali affettuosi, riconoscono quando li chiami per nome, soffrono eventuali distacchi - spiega Zorer - sono anche molto puliti: si leccano il pelo costantemente, tengono in ordine la gabbietta, ad onta dell'associazione di pensiero comune - ratto, uguale sporcizia». Per il negozio è una novità, ed ha successo. «La prima volta che mi è arrivata questa richiesta è stata da parte di uno studente polacco ospite a Rovereto. Da loro avere ratti domestici di compagnia, come in Germania, Gran Bretagna o Scandinavia, è un'abitudine diffusa e c'è chi li porta con sè in giro, sulla spalla». Un ratto costa di più di un criceto - 15 euro contro 8 - e non costa nemmeno tanto il suo mantenimento. Si sa, mangiano di tutto. «A parte pochi casi - raccontano in negozio - piacciono anche alle donne, viene così sfatato il luogo comune che vede le ragazze terrorizzate da questi animali».
Insomma, i ratti si stanno riscattando, e questa volta non solo nei cartoni animati (da Topolino e Tom & Jerry, fino a Ratatouille). Al di là delle cupe associazioni che se ne fanno (anche storicamente fondate, si pensi alle malattie trasmesse nel passato), oggigiorno i ratti allevati hanno davvero vita grama: al di là dei pochi casi in cui diventano animali da compagnia, sono destinati ai test dei laboratorio oppure a diventare cibo per boa e pitoni che qualche stravagante tiene in casa. E così, a Rovereto arrivano anche i topi d'appartamento. Ma, questa volta, non vogliono portare via gioielli o oggetti preziosi, solo fare compagnia. Chissà cosa ne penseranno i loro colleghi selvatici, che vivono lungo il Leno.