La Finanza indaga sui bus a idrogeno

Sono costati un milione e mezzo l’uno alla Provincia. Ipotizzato lo spreco di denaro pubblico. Acquisiti i documenti


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Qualcuno li ha definiti gli autobus più cari della storia. E non senza ragione. Un milione e 500 mila euro per un Fiat Iveco Daily trasformato a idrogeno. E la Provincia di Trento ne ha comperati ben tre in occasione dei mondiali della val di Fiemme. Più di 4 milioni e mezzo per tre minibus che portano al massimo venti persone acquistati dalla Provincia tramite Trentino Trasporti. In tutto il progetto, comprensivo della stazione di rifornimento a Panchià, di 7 autobus ibridi e di uno elettrico, è costato alla Provincia 9 milioni e 550 mila euro. Troppo. Per questo la Guardia di Finanza nelle scorse settimane ha avviato delle indagini. Gli uomini del nucleo di polizia tributaria della Finanza sono andati presso la sede della Trentino Trasporti e hanno acquisito tutta la documentazione relativa all’acquisto dei tre bus a idrogeno. Si vuol verificare se vi sia stato spreco di denaro pubblico e, quindi, un danno erariale. Al momento l’inchiesta è all’inizio e i finanzieri stanno spulciando tutto il materiale.

In particolare, si vuol verificare se i tre autobus vengano effettivamente utilizzati e se i soldi sborsati corrispondano a un equivalente vantaggio per la collettività. Per questo motivo, le fiamme gialle hanno acquisito anche studi comparativi con altri mezzi non inquinanti. Al termine della scorsa legislatura, l’allora consigliere provinciale Mauro Delladio aveva presentato un’interrogazione chiedendo conto dell’enorme spesa sostenuta per l’acquisto dei mezzi a idrogeno.

La Provincia aveva presentato in pompa magna gli autobus anche in piazza Italia a Trento. I tre autobus, poi, erano stati effettivamente utilizzati in occasione dei mondiali. L’obiettivo era quello di mettere su strada dei mezzi a emissione zero. Più di un esperto, però, ha fatto notare che quegli stessi mezzi a metano costano 85 mila euro l’uno e hanno emissioni ridotte del 20 o 25 per cento rispetto a quelli tradizionali. Risultati ancora migliori sarebbero stati possibili con il biometano. Adesso la Finanza, che è stata attivata da più di una segnalazione, dovrà stabilire se queste affermazioni degli esperti sono vere e, soprattutto, se c’è stato spreco di denaro pubblico. Per questo si dovranno verificare gli studi a disposizione e sulla base di quali dati la Provincia ha deciso l’acquisto di questi minibus così costosi. Verrà verificato anche l’utilizzo che viene fatto ora di quei mezzi e come vengono impiegati.

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