La falesia ritrovata a misura di disabile premiata dal governo
L’associazione «Dolomiti Open» ha ricevuto il finanziamento dalla presidenza del consiglio per il progetto in Banale
TRENTO. Per l’associazione «Dolomiti Open» il Natale 2017 non sarà facilmente dimenticato: l’organizzazione sportiva e di volontariato presieduta dalla guida alpina di Activity Trentino, Simone Elmi, ha ottenuto, infatti, proprio durante le festività natalizie, un importante e prestigioso riconoscimento dal Governo per il progetto della «Falesia dimenticata» di San Lorenzo in Banale.
Il dipartimento per le pari opportunità, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha deciso di finanziare questo progetto per suoi particolari valori sociali (rivolgendosi in particolare ai disabili) e ambientali (restituendo alla collettività un’area di particolare pregio inserita nel Patrimonio dell’Unesco delle Dolomiti di Brenta) con una somma di 32 mila euro.
L’iniziativa ha ricevuto dal Dipartimento uno dei punteggi più alti a livello nazionale, classificandosi al terzo posto su 628 domande provenienti dalle diverse regioni d'Italia e addirittura al primo posto nella linea di intervento dedicata allo sport (su 196 progetti presentati). Si è trattato, peraltro, dell'unico progetto proveniente dal Trentino.
«Dolomiti Open» si è fatta conoscere in questi tre anni per avere portato su alcune delle cime più conosciute delle Dolomiti di Brenta (stiamo parlando di Cima Tosa, Cima Brenta e il Campanile Basso) dei ragazzi diabetici, con disabilità psichiche e motorie, nella convinzione che la montagna debba essere inclusiva, aperta a tutti. Adesso l'associazione è impegnata, in collaborazione con Sportfund, fondazione per lo sport Onlus, nel progetto, la «Falesia dimenticata», una bellissima parete di roccia che si affaccia sulle gole del fiume Sarca a San Lorenzo in Banale. La falesia era frequentatissima dai climber durante gli anni Ottanta del secolo scorso, poi, però, è stata schiodata e chiusa al pubblico dal proprietario del terreno.
Con una campagna di crowdfunding (finanziamento collettivo attraverso internet) l’associazione è riuscita nei mesi scorsi a raccogliere circa 20 mila euro, con oltre 400 sostenitori, potendo così acquistare il terreno, con l’intento di restituirlo alla collettività e di prevedere degli itinerari di arrampicata per i disabili.
Ha già iniziato i lavori di pulitura dell’area e delle pareti, chiodando già delle vie di arrampicata. Il prossimo passo sarà la realizzazione delle necessarie strutture di accoglienza, in particolare i servizi igenici e le vie di accesso per i disabili, per i quali l’associazione ha ottenuto il finanziamento governativo.
«Siamo molto contenti e orgogliosi di questo risultato - ha commentato Simone Elmi – quello del Governo rappresenta un prestigioso riconoscimento a un’idea che si basa sulla condivisione di un bene comune e inclusivo che potrà essere frequentato da chi è meno fortunato e deve fare i conti con forme di disabilità».
E quando sarà aperta al pubblico la falesia? «Per la prossima primavera. Una volta ultimati i lavori, la falesia sarà a disposizione gratuitamente e illimitatamente nel tempo per tutti gli appassionati con disabilità e non e per le associazioni del territorio che promuovono lo sport e i suoi valori indiscussi».
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