L’Upt rilancia con Andreatta e Merler

Niente accordo sulla data delle primarie, l’Unione prende ancora tempo. Ma Pd e Patt: «Non ci sono più margini»


di Chiara Bert


TRENTO. La trattativa al tavolo del centrosinistra autonomista sta diventando surreale. Ieri doveva essere il giorno in cui si decidevano la data e le regole per le primarie di coalizione. Il vertice si è chiuso dopo tre ore con un nulla di fatto, l’ennesimo. Niente accordo sulle primarie, la data non c’è, il Pd ha proposto sabato 6 ma l’Upt insiste sul 14 luglio, richiesta che il presidente del Pd Roberto Pinter ha giudicato «pretestuosa», un modo per continuare a rinviare e a non decidere. Per ora è stata fissato a martedì alle 12 il termine per le candidature.

Ma la notizia di ieri è che l’Unione ha rilanciato la propria richiesta agli alleati di trovare un candidato unitario per la presidenza della Provincia, evitando la conta delle primarie. E sul tavolo ha messo tre nomi (che avrebbe voluto rimanessero segreti): quello del presidente della Cooperazione Diego Schelfi, già «bocciato» due settimane fa da Pd e Patt, e due new entry, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta e l’amministratore delegato di Dolomiti Energia Marco Merler, già assessore comunale a Trento della Margherita.

Il partito di Dellai - ieri presente all’incontro con il segretario Flavia Fontana, il senatore Vittorio Fravezzi e (per una parte) con il capogruppo Giorgio Lunelli - ha di fatto provato a rilanciare la palla nel campo del Pd. «Chiediamo un supplemento di impegno per trovare una soluzione condivisa - ha detto Lunelli – e chiediamo che sia il Pd a fare questa proposta». Ma alla domanda del segretario del Pd Michele Nicoletti se tra i nomi possibili su cui chiudere un accordo ci fosse anche quello dell’Alessandro Olivi - scelto dall’assemblea per le primarie - la risposta di Fravezzi è stata netta: «No, il nome che noi intendiamo è fuori dai tre assessori oggi in campo (Olivi, Ugo Rossi, Mauro Gilmozzi), perché sceglierne uno significherebbe svilire gli altri».

Dunque l’Upt pone il veto su Olivi e avanza le sue proposte, tra cui un altro nome Pd, quello del sindaco di Trento Andreatta. Nome irricevibile per i Democratici, non certo per la persona, ma perché - ha spiegato Nicoletti - il partito ha già fatto un suo percorso interno scegliendo Olivi. Tanto più che pensare a dimissioni del sindaco di Trento (al suo primo mandato) costringendo la città ad elezioni anticipate apparirebbe una scelta incomprensibile, che lo stesso interessato ha del resto già escluso nei mesi scorsi.

Anche sull’altra proposta, Marco Merler, gli alleati hanno già fatto capire che non ci sono assolutamente i margini per un’intesa. «Si tratta di nomi meritevoli di attenzione e che rispondono a criteri di competenza - è il commento del segretario Pd Nicoletti - ed è apprezzabile che l’Upt avanzi il nome di un candidato di un’altra forza politica. Ma noi abbiamo ribadito che a questo punto ci sembra difficile che i candidati non abbiamo una legittimazione dal basso attraverso le primarie, a una carica così significativa come il presidente della Provincia non si può arrivare per decisione di alcuni segretari di partito».

Per il segretario del Patt Franco Panizza l’unica via rimane quella delle primarie, senza subordinate. Una posizione ribadita ieri e su cui la reazione Upt è tagliente: «È una logica arrogante e pretestuosa - attacca Fravezzi - il Patt è da un anno che si prepara alle primarie quando la coalizione ha sempre detto che avrebbe prima cercato un nome unitario. Ed è quello che noi continuiamo a chiedere perché non vogliamo lacerarci». Anche i Verdi con Marco Boato hanno ribadito che è tempo di decidere e che questi continui rinvii non fanno che indebolire la coalizione. Cosa di cui sono particolarmente consapevoli i tre assessori potenziali candidati alle primarie. Chi ha parlato con loro ieri sera li descriveva tra il basito e l’infuriato di fronte all’ennesimo rinvio: «Questa è irresponsabilità».

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