L’uomo era andato a Taio anche la mattina
Stava cercando la persona che ha comprato all’asta la sua casa. Dopo la sparatoria ha girovagato per ore
TRENTO. La mattina presto era stato a Taio ma quando aveva suonato all’appartamento della famiglia che aveva comperato all’asta il suo appartamento, non aveva trovato il padrone di casa. Si era scusato e aveva detto che sarebbe ripassato il pomeriggio. Il martedì di Ivan Hörmann era iniziato così con il viaggio a vuoto a Taio. Con quali intenzioni si fosse presentato a quella porta non è ancora chiara. Come non è chiaro se in quel momento il 47enne di Mezzolombardo aveva già con sé le armi. Non ha trovato il capofamiglia ed è tornato sui suoi passi. In base alla ricostruzione dei carabinieri, a quel punto è tornato a casa, a Mezzolombardo, e lì ha lasciato il suo telefono. Una decisione che - vista con il senno di poi - può portare a pensare che avesse già chiaro il suo piano. E che volesse rendere difficile agli investigatori individuarlo utilizzando le celle dello smartphone. A quel punto risale in macchina e lo fa sicuramente con tutte le armi: la pistola, il coltello e la balestra. E va allo studio Pola di Caldonazzo. Entra, minaccia Christian Pola, spara verso il pavimento quando c’è anche il padre Rinaldo e poi un altro colpo in direzione della moglie di quest’ultimo. La manca, ma solo grazie al riflesso della donna che si sposta. Ed è viva.
Hörmann poi scappa. Va verso la stazione e sale in macchina. E sparisce. I carabinieri iniziato a lavorare su quello che è successo. Fondamentale capire perché la sparatoria nello studio dei commercialisti per capire dove l’uomo potrebbe andare. Da chi potrebbe andare. Emerge il problema della casa, dell’asta, dello sfratto. Si individuano gli obiettivi sensibili. Li si mette sotto protezione. Intanto si «intercetta» la cella dell telefono. Fissa, a Mezzolombardo. Si alza in volo l’elicottero per verificare che Hörmann non si sia suicidato. E poi si scopre che il cellulare è in casa. Ma non c’è l’uomo. Ha passato le ore a girare senza destinazione, avrebbe poi raccontato. I carabinieri lo incroceranno poco prima delle 17 a Taio, vicino alla casa dell’uomo che aveva acquistato il suo appartamento. La tensione è tanta, c’è anche il tentativo di fuga e poi l’arresto. E la tensione si scioglie. Hörmann viene portato prima in caserma, a Trento, e poi in carcere. Il cerchio si è chiuso, gli uomini delle Compagnie, del reparto operativo, del nucleo investigativo possono tornare alla normalità, la caccia all’uomo è finalmente finita.