L’ultimo appello dei candidati sindaco

Sfida a cinque: Andreatta corre per la riconferma ed è l’uomo da battere. Il Patt punta al sorpasso del Cantiere dellaiano


di Chiara Bert


TRENTO. È una sfida a 5 quella per il nuovo sindaco di Trento. Cinque i nomi che gli elettori troveranno oggi sulla scheda elettorale. Alessandro Andreatta è il sindaco uscente, dopo 10 anni da vicesindaco con Pacher e gli ultimi sei alla guida del Comune: è sostenuto dal centrosinistra autonomista, Pd (nella cui lista ci sono anche i Socialisti), Cantiere civico democratico (la lista con cui si presenta a Trento l’Upt, insieme all’Idv), Patt e Verdi. Nella coalizione si gioca una sfida tutta interna, con il Pd che punta a confermarsi saldamente primo partito e il Patt che scommette sul sorpasso del Cantiere per conquistare il posto di vicesindaco.

Claudio Cia, consigliere provinciale della Civica Trentina, è il candidato sindaco del centrodestra, che questa volta si presenta unito con Civica, Lega Nord, Forza Italia, Progetto Trentino e Fratelli d’Italia: l’obiettivo è portare Andreatta, che nel 2009 vinse con il 64%, al ballottaggio. Gli altri tre sfidanti. Paolo Negroni è il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle che si presenta per la prima volta alle comunali di Trento: il risultato di riferimento è il 7% conquistato in città alle provinciali 2013. Antonia Romano, unica donna, è la candidata sindaco de «L’Altra Trento a sinistra», che riunisce Tsipras, Sel e Rifondazione Comunista. Infine l’outsider Paolo Primon, candidato del movimento «Popoli Liberi» che ha dato vita a una lista di 40 candidati, moltissimi giovani. A ciascuno ieri abbiamo chiesto un ultimo appello prima del voto.

Alessandro Andreatta. «Il primo appello è di andare a votare, per esercitare un diritto che è anche una responsabilità. Il secondo è votate per me perché Trento è una città che funziona ma non ci accontentiamo e vogliamo migliorare e crescere. E vogliamo farlo insieme ai cittadini perché le città si trasformano solo con la partecipazione. Vogliamo una città che dia opportunità e che sappia offrire un paracadute a chi è più debole».

Claudio Cia. «Credo di aver dimostrato di essere una persona terra terra, che sta a contatto con la gente, anche dopo la campagna elettorale. Non faccio una politica ideologica e funzionale alle segreterie dei partiti, porto la mia esperienza e sensibilità personale fatta di valori e non di compromessi. Agli elettori dico di andare a votare perché altrimenti è inutile lamentarsi dopo che la politica resta in mano ai soliti noti. Certo la politica è responsabile della demotivazione di tanti cittadini, ma il nostro voto conta eccome. Se la gente non va a votare è sempre un male».

Paolo Negroni. «C’è una gran parte dei cittadini di Trento a cui le cose vanno bene così come sono. Ma c’è un’altra parte di quel 64% che nel 2009 votò per Andreatta che oggi è delusa. Ai delusi diciamo che il Movimento 5 Stelle è l’alternativa vera, il cambiamento costruito dai cittadini comuni. E noi siamo fieri di essere inesperti, questa è la nostra genuinità che portiamo in politica. Piuttosto che restare a casa, votateci. Un’alta astensione sarebbe una sconfitta per tutti.

Antonia Romano. «Dateci fiducia, noi restituiremo speranza. Noi proponiamo un cambiamento che è una sfida politica, culturale ed economica. A sinistra del Pd c’è molto spazio, c’è una casa comune della sinistra da costruire a cui noi contribuiamo nel nostro piccolo, a livello locale. Il voto utile è questo, è un voto all’alternativa. Il nostro primo obiettivo era esserci, il secondo creare legami di fratellanza e sorellanza, il terzo entrare nelle istituzioni perché c’è bisogno di sinistra. E votate donna».

Paolo Primon. «Noi siamo l’unica novità politica, l’alternativa a questo sistema, e saremo la sorpresa di queste elezioni comunali. Siamo una lista giovane dove è il popolo che parla e dove non c’è nessun riciclato. Abbiamo posto con forza il problema del lavoro, che è la vera emergenza in Italia e anche a Trento, perché ci sono troppi cassintegrati che diventeranno disoccupati. A chi è preoccupato dell’astensionismo dico che per me il popolo è sovrano e se siamo in questa situazione è colpa della politica e del maggioritario che consegna la politica ai ricchi».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano