«L’eredità Battisti dimenticata nelle casse del museo»

La nipote di Cesare, Mimma, attacca il Museo Storico: «Gran parte del lascito abbandonata, i patti non erano questi»


di Giuliano Lott


TRENTO. Al Castello del Buonconsiglio, dove il 12 luglio 1916 nella Fossa della Cervara morì impiccato dagli austriaci gridando “Viva l'Italia!”, Cesare Battisti è assente. Un'assenza appena mitigata dal monumento sul Doss Trento, a lui dedicato, ma inspiegabile visto che il Museo Storico possiede dal 1983 la biblioteca, l'archivio, la mobilia e gli effetti personali dell'eroe che prima di salire al patibolo fu giornalista, geografo, politico e irredentista. In piazza Duomo c'è una lapide che indica la casa natale di Battisti, ma è un falso. «Un relitto fascista, perché il regime non poteva ammettere che la casa natale fosse quella, vera, di via Arcangelo Rizzi, troppo umile per un eroe nazionale» - commenta la nipote Mimma Battisti, che assieme al fratello Marco è l'ultima erede della famiglia. Il lascito della famiglia Battisti al Museo (che allora si chiamava Museo del Risorgimento e della lotta per la Libertà) venne inventariato e microfilmato, in maniera da poter essere a disposizione degli studiosi e degli storici. Dal 1986, finito l'inventario, tutto quel materiale è conservato nelle casse nei magazzini del Buonconsiglio.

Mimma Battisti, che vive a Bolzano e in passato è stata assessore nella giunta comunale, ha fatto una promessa alla sua famiglia, fare in modo che le condizioni firmate dall'allora direttrice del museo vengano rispettate. «C'è un punto nell'atto di donazione che specifica come tutto il materiale donato debba essere sempre conservato dal museo in maniera unitaria e sistemato “in posizione autonoma”. Non lasciato nelle casse, dove si trova tuttora» - dice la nipote dell'illustre irredentista.

La quale, lo scorso anno, aveva esposto le proprie rimostranze al presidente della Provincia Lorenzo Dellai e al sindaco Alessandro Andreatta.

I 443 metri quadri di Ca' dei Mercanti dovevano ospitare quattro segmenti cronologici: la Grande Guerra (1914-18), il fascismo (1919-1939), la Seconda guerra mondiale (1940-45) e la lotta per l'Autonomia (dal 1946 ad oggi). Ma metro alla mano, nei 100 metri destinati alla Grande Guerra non ci sarebbe spazio a sufficienza, nemmeno se fossero dedicati per intero al lascito Battisti.

Mimma Battisti è una donna combattiva e non ha alcuna intenzione di lasciar perdere. L'altra sera alla riunione del direttivo del Museo Storico non ha potuto incontrare il direttore Giuseppe Ferrandi, trattenuto da altri impegni. Contattata dal nostro giornale, la signora Battisti ha confermato: «Ci siamo sentiti per telefono, ci incontreremo nei prossimi giorni». La proposta, lei, l'ha già in testa: allestire secondo i voleri della vedova dell'eroe (cioè “unitariamente” e “in posizione autonoma”) il lascito del 1983 nella vera casa natale: quella di via Rizzi. Una torre antica, oggi dimenticata e abbandonata - «come un guscio vuoto» - commenta la nipote di Cesare Battisti - che potrebbe ospitare come realtà museale accessibile a tutti ogni suppellettile, libro, fotografia e mobile donato dalla famiglia Battisti che oggi rimane imballato nelle casse al Buonconsiglio. «Senza alcuna acredine» - dice lei. Ma decisa a «non mollare l’osso».













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