Kaswalder: «Non me ne vado dal Patt»

Respinta la richiesta di dimissioni del Pd: «Resto per impedire derive a sinistra». E torna ad attaccare Rossi e i Dem


di Chiara Bert


TRENTO. Walter Kaswalder non lascia nulla, né la maggioranza, né il Patt, né la presidenza della prima commissione regionale. La bufera politica scatenata le sue dichiarazioni mercoledì in consiglio regionale - dove ha attaccato a testa bassa Ugo Rossi e la sua politica economica, il Pd e l’assessora Violetta Plotegher, le politiche sui migranti e il welfare - non lo fanno indietreggiare. Anzi, l’ex presidente delle Stelle Alpine è pronto a rilanciare. Lo ha fatto ieri con un lungo comunicato stampa in cui respinge al mittente «ogni richiesta di dimissioni dalla maggioranza». Di più, conferma il suo impegno nel centrosinistra autonomista e nel Patt «per impedire - scrive - certe derive a sinistra che ho già avuto modo di contrastare nel passato». Al Pd, per il quale «Kaswalder si è ormai posto fuori dalla maggioranza», il consigliere risponde andando al contrattacco: «Il fatto che il Pd mi consideri fuori dalla maggioranza è il terminale logico di un attacco cui sono sottoposto da tempo in relazione ad un atto politico ritenuto inaccettabile, la mia astensione sulla mozione contro l’omofobia». Rivendica il «diritto al dissenso»: «Nessuno mi può impedire di dire la mia opinione, specie se è in linea assoluta con lo statuto del partito che rappresento. Il Pd ha ritenuto di porre la logica giustizialista del veto pregiudiziale nei miei confronti e l’arrogante tracimazione politica è giunta addirittura a giudicare nella disponibilità del Pd il mio ruolo di presidente della prima commissione regionale». Poi cita l’astensione dell’assessora Plotegher in giunta regionale sulle nomine A22: «Nessuno ha chiesto dimissioni».

Ma nel mirino di Kaswalder c’è anche e forse soprattutto il Patt e Ugo Rossi, rei di non aver tenuto fede alla parola data un anno e mezzo fa, quando tutto il gruppo firmò un documento per la staffetta di metà legislatura con lui alla vicepresidenza del consiglio regionale al posto di Chiara Avanzo: «Attendo la convocazione di un incontro nel quale spero qualcuno del mio partito mi spiegherà in quale modo è stato protetto il buon nome di uno dei suoi dirigenti degli ultimi 30 anni che avrebbe dovuto essere sostenuto fino in fondo». «Qualcuno ha voluto trasformare in personale una questione che era solo politica. Naturalmente se qualcuno non ha saputo far rispettare un suo preciso impegno politico, ne tragga le conseguenze», è il messaggio per il governatore Rossi.

Kaswalder spiega di non aver parlato né con Rossi né con Panizza: «Nessuno mi ha chiamato». Smentisce le voci che lo vorrebbero corteggiato da Claudio Cia, pronto a lanciare una sua civica di centrodestra: «Ho grande amicizia perché vive anche lui a Vigolo Vattaro, ma io sono autonomista e non vado da nessuna parte».













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