«Io, tecnico in aiuto della politica»

Dalmonego e la proroga: «Ho accettato di restare per spirito di servizio. Il Trentino ha la forza dell’autonomia»


di Chiara Bert


TRENTO. «Non vedo ostacoli insormontabili. Ai problemi tecnici una soluzione c’è sempre e il Trentino può contare sulla forza incredibile dell’autonomia». Ivano Dalmonego parla con la voce e la calma (almeno apparente) dei tecnici, quelli capaci di trasmettere sicurezza anche nei momenti turbolenti. A 65 sarà direttore generale per un altro anno, fino a fine legislatura: così ha votato venerdì il consiglio provinciale. Il vertice amministrativo della Provincia, l’uomo ombra di Lorenzo Dellai, quello che ha tenuto in piedi i conti di Piazza Dante, che ha impostato i bilanci degli ultimi anni e che oggi è il regista della difficile trattativa con il governo. Il presidente lo ha voluto accanto a sè a tutti i costi, arrivando a porre la fiducia di fronte ai riottosi consiglieri Pd contrari alla proroga al dirigente pensionato da ormai 4 anni.

Dottor Dalmonego, ieri il consiglio ha modificato la legge per prolungarle l’incarico. Si sente più lusingato dei tanti attestati di stima ricevuti o avverte più il peso del suo incarico?

Non ho reazioni personali. Mi è stato chiesto un impegno e io per spirito di servizio ho dato la disponibilità, come ho sempre fatto in tutta la mia storia nell’ente pubblico. Nell’interesse dell’amministrazione.

Guardando alla sua lunga esperienza, pensa che questo sia il momento più difficile che si è trovato ad affrontare?

È un momento impegnativo come ce ne sono stati altri in passato, da affrontare con lucidità e razionalità. Io devo distinguere il mio impegno da quello del mondo della politica che non mi appartiene. Io sono un tecnico, il mio compito è di elaborare strategie, mediazioni, progetti per la Provincia, secondo gli indirizzi della giunta e del presidente. Non ho altri compiti.

Il bilancio della Provincia subirà però tagli consistenti che spaventano perché colpiranno settori importanti.

Ma ai problemi tecnici c’è sempre la soluzione. Questo non è un ostacolo impossibile. Penso che tutti si rendano conto che da giugno 2011 c’è stato un cambiamento epocale delle condizioni della finanza pubblica italiana. In questo nuovo quadro occorre riposizionare le strategie. È evidente che meglio era l’epoca della crescita dell’economia e delle risorse. Questo è un momento di recessione che va affrontato, aggredito e pianificato. Il Trentino ha la forza per farlo. Con l’autonomia si possono raggiungere obiettivi che gli altri territori faticheranno molto più di noi a centrare, anche a parità di risorse.

Resta l’autonomia il punto di forza del Trentino?

Ma certamente è una forza incredibile, noi dobbiamo saper utilizzare bene i nostri strumenti per incidere sull’economia, sul sociale, sul territorio. Per risolvere i problemi della comunità. È evidente che bisogna avere tutti grande attenzione.

Ritiene anche lei, come il professor Cerea, che «dimagrire ci farà bene»?

Le difficoltà temprano, questo sì. Ex post vedremo se fanno bene. Ma la difficoltà ci sono, ce le hanno le imprese, i cittadini, gli enti. Tutti insieme possiamo non deflettere da traguardi anche ambiziosi. Però è evidente che superare certi momenti è faticoso.

Nonostante tutto, lei resta ottimista?

Ma certo. Io non vedo ostacoli insormontabili. E evidente che nel momento in cui lo Stato, il governo, dovesse comprimere gli spazi della nostra autonomia, allora i problemi ci sarebbero. Ma finché noi possiamo fare politiche fiscali e politiche di sostegno per la famiglia e per le imprese i problemi si affrontano. Si tratta di orientare bene la spesa pubblica, le priorità in questo momento non sono quelle di altri periodi. Alla politica spetta dare gli indirizzi, a noi tecnici elaborare gli scenari su cui la politica può assumere le decisioni.

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