Interessi a tassi d’usura, parte la causa alla Btb

Una piccola impresa chiede 138 mila euro alla banca perché sarebbero state applicate condizioni molto più pesanti rispetto alla soglia prevista



TRENTO. Gli interessi lievitavano e il debito con la banca non sembrava scendere mai. Una situazione in cui si trovano sempre più piccole imprese in Italia, strette tra i debiti che salgono e il lavoro che manca o che non viene pagato. In questo caso, i soci e i loro figli si sono anche visti bloccare i conti correnti. Alla fine, una società che produce porte ha deciso di fare causa civile alla Btb per tassi usurari e anatocismo chiedendo 138 mila euro tra interessi pagati in eccesso e commissioni di massimo scoperto che non sarebbero state concordate prima.

La società aveva due conti corrente, uno con facoltà di scoperto e due mutui ipotecari, uno di 260 mila euro e uno di 120 mila euro. Gli amministratori della società hanno notato che i tassi di interesse applicati per lo scoperto sono sempre stati elevati e che, anzi, sarebbero andati aumentando nel corso del rapporto bancario. Secondo gli imprenditori che hanno fatto causa, la banca avrebbe cambiato più volte unilateralmente i tassi superando il cosiddetto «tasso soglia» e sconfinando nell’usura e nell’anatocismo bancario, ovvero la capitalizzazione degli interessi. Quando le cose si sono ingarbugliate, i soci dell’azienda si sono rivolti a uno studio di esperti per analizzare i contratti di conto corrente. Secondo gli analisti interpellati, la banca avrebbe applicato tassi superiori a quanto pattuito, superiori anche ai limiti di legge. Per quanto riguarda i due conti correnti, secondo i legali dell’impresa, la banca avrebbe ottenuto dalla loro società 61.985 euro in più tra interessi sopra al tasso soglia, commissioni di massimo scoperto non pattuite e capitalizzazione degli interessi, ovvero anatocismo. Nell’atto di citazione con il quale la società ha fatto partire la causa civile nei confronti della Btb, si sostiene che la banca avrebbe applicato commissioni, competenze, remunerazioni e costi non concordati e, comunque, non dovuti.

Per quanto riguarda i mutui, invece, la banca avrebbe applicato tassi superiori al tasso soglia. In particolare avrebbe previsto, al momento della pattuizione del mutuo, tassi contrattualie tassi di mora che, sommati, avrebbero sfondato il tetto del tasso di usura previsto dalla Banca d’Italia per quel periodo. Secondo la nuova giurisprudenza della Cassazione, il tasso di riferimento va calcolato al momento della pattuizione del contratto di mutuo. Il primo mutuo ipotecario, quello da 260 mila euro prevedeva un tasso di interesse del 3,50 per cento e un tasso di mora del 5,50 per cento. Alla data della stipula del contratto di mutuo, il tasso soglia era del 5,79 per cento. Quindi, in caso di mora, il tasso applicato globale, avrebbe potuto sfondare il tasso di usura. Per questo primo mutuo, la società ha già versato interessi per 58 mila euro. Secondo i legali dell’impresa, però, si tratterebbe di denaro che non andava versato. Infatti, almeno secondo la parte che ha portato la Btb in Tribunale, il mutuo, quando il tasso sfonda quello di usura, si deve azzerare e il debitore deve semplicemente restituire gli interessi. Per questo, sempre secondo gli attori, la banca dovrebbe restituire tutti gli interessi che sarebbero stati incassati indebitamente.

Stesso discorso per il secondo mutuo ipotecario acceso dalla società presso la Btb. In questo caso, il mutuo è di 120 mila euro, iol tasso contrattuale è del 5,60 per cento, più un tasso di mora del 7,60 per cento. Sommando i due tassi si arriva al 13,20 per cento, ovvero molto di più rispetto al tasso soglia che, nel periodo in cui è stato stipulato il contratto, era dell’8,625 per cento. Finora, la società per questo secondo mutuo ha pagato 18 mila euro. Anche in questo caso, i legali dell’impresa chiedono la restituzione totale degli interessi pagati alla banca. Ovvero 18 mila euro. In tutto, quindi la Btb rischia di pagare 76 mila euro per i tassi di interesse e 62 mila euro per l’anatocismo. Sarà il giudice a decidere.













Scuola & Ricerca

In primo piano