Infanticidio di Cognola: giudizio abbreviato
La scelta della difesa di Francesca Bolzoni evita l'ipotesi dell'ergastolo
TRENTO. Giudizio abbreviato. La difesa di Francesca Giovannoni Bolzoni ha scelto di chiudere davanti al gup la vicenda giudiziaria legata alla morte del bambino appena messo al mondo dalla maestra d'asilo di Cognola. L'udienza è in calendario per il 23 maggio e forse in quella data si saprà già il destino della donna che dal settembre scorso si trova in carcere con l'accusa di omicidio volontario. La scelta dell'abbreviato, nel caso in cui la donna venga riconosciuta colpevole, le eviterà una possibile condanna all'ergastolo, cosa che sarebbe stata possibile che si fosse arrivati in corte d'Assise. Ma le variabili in questa vicenda sono diverse. È possibile che il reato da omicidio volontario venga derubricato in quello meno «pesante» (in termini di possibile condanna) di infanticidio. Secondo la perizia del dottor Francesco Bonadiman, eseguita per conto del difensore della donna, Giovanni Rambaldi Francesca sarebbe cresciuta all'ombra del padre, preoccupata soprattutto di dare al genitore un'immagine di sé integerrima, sorridente e forte, sempre in grado di gestire ogni situazione. Una maschera che il frutto inatteso di un'avventura a Santo Domingo, dove da anni vive papà Enzo con la nuova compagna, avrebbe di certo mandato in pezzi. Di qui, il rifiuto di quel bimbo portato silenziosamente in grembo per sette forse otto mesi e la condotta omissiva mantenuta subito dopo il parto. Francesca, insomma, si sarebbe sentita persa, vittima di una situazione che lei percepiva di abbandono morale e materiale. La differenza fra le due possibili imputazioni è pesante per quanto riguarda le condanne. Se Francesca fosse riconosciuta colpevole di omicidio volontario potrebbe essere condannata a 15-16 anni, per l'infanticio, a 5-6. Insomma, il giudice Benini dovrà decidere su un caso giudiziario e umano molto difficile e complesso nel quale sono stati coinvolti anche il padre di Francesca, Enzo, e il medico di famiglia Vincenzo Mauro. I due, accusati di soppressione di cadavere, avevano patteggiato un anno e quattro mesi a febbraio. I fatti risalgono al 26 giugno scorso: nella casa dei Bolzoni (ossia la villa della pittrice Ines Fedrizzi) è in corso una cena per salutare Enzo, in procinto di ripartire per Santo Domingo dove vive da tempo con la compagna. Durante la cena Francesca partorisce, avvolge il bimbo in alcuni asciugamani. Dei "miagolii" vengono uditi dalla badante, ma prima che la donna tocchi il fagottino, interviene la Francesca che, secondo l'accusa, soffoca il piccolo.
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