Indennità, si muove anche il Pd

Dopo la proposta depositata dal Patt, in arrivo anche quella dei democratici


Jacopo Tomasi


TRENTO. Sull'onda della campagna del Trentino, che fino ad ora ha raccolto più di 4.200 firme, le indennità dei consiglieri provinciali sembrano avere le ore contate. Grazie al pressing dei cittadini che hanno firmato l'appello del giornale - ma anche alla luce di una situazione nazionale drammatica, come dimostra la manovra approvata venerdì sera dal governo Berlusconi - i partiti si stanno muovendo per presentare alcune proposte che vadano nella direzione di una riduzione dei costi della politica. Il Patt ha bruciato tutti sul tempo depositando in consiglio provinciale un documento (9 punti) nel quale chiede ufficialmente il taglio delle indennità del 10% e molto altro. Sulla scia del Patt, si muove anche il Partito democratico.

«Stiamo elaborando una nostra proposta - spiega il capogruppo del Pd in consiglio provinciale, Luca Zeni - che tenga conto della situazione che si è profilata a livello locale e nazionale. In linea di massima, i punti sono quelli evidenziati dal Patt. Il loro elenco è sicuramente un punto di partenza positivo. Ora vedremo di arrivare ad una proposta di maggioranza che magari possa anche essere condivisa dall'opposizione».

La lista del Patt, oltre al taglio delle indennità, prevede tra le altre cose anche la riduzione del 10% delle spese di funzionamento dei gruppi provinciali e regionali; la riduzione del 10% delle spese di rappresentanza; la cancellazione del gettone di presenza consiliare; la cancellazione della libera circolazione in A22. Il Pd aggiunge un altro punto: equilibrare il numero di dipendenti in base ai componenti dei gruppi consiliari, riducendo la frammentazione e quindi i costi.

Insomma, le proposte non mancano. La politica, finalmente, si muove anche a livello istituzionale. Il rischio, però, è che adesso l'ufficio di presidenza del consiglio provinciale sia preso d'assalto da documenti dei vari partiti. Ingolfandolo. Su questo è chiaro il presidente Bruno Dorigatti. «Se tutti presentano una proposta rischia di esserci una gran confusione. A mio avviso è necessario un percorso diverso». Così, per evitare intoppi, è pronta una cabina di regia a livello regionale (come spiegato nel pezzo a fianco), e sull'argomento è già stato coinvolto il presidente del consiglio provinciale di Bolzano, Mauro Minniti. Insomma, qualcosa si muove. Si muove davvero. Non solo fuori, ma anche dentro il palazzo.













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