«Indennità, segnale entro un mese»
Bombarda: la crisi e la delusione per la politica sono motivi in più per agire
TRENTO. «Un segnale sulle indennità serve e lo daremo. La maggioranza si è presa un impegno politico, entro qualche settimana ci sarà una proposta». Roberto Bombarda, consigliere provinciale dei Verdi, è reduce dal vertice di maggioranza di lunedì: «Con la crisi l'urgenza di agire sui costi della politica è diventata ancora più pressante, ma è sbagliato sparare nel mucchio. Occorre distinguere tra chi lavora e chi no».
Consigliere Bombarda, dal vertice di maggioranza è uscito un impegno generico sui tagli, rinviando ogni proposta al confronto con la minoranza e con Bolzano. Non è un modo per non decidere?
Io non la vedo così. Perché obiettivamente non è possibile avanzare delle proposte senza aver condiviso un ragionamento. La gestione delle indennità è fatta dalla Regione e non si può procedere separatamente tra Trento e Bolzano. E dall'altra, per gli interventi sulle spese del consiglio provinciale, è opportuno che siano fatti in condivisione con le minoranze. L'impegno politico a intervenire c'è. Abbiamo cominciato ad analizzare le varie voci per capire quelle su cui è più facile intervenire. Nessuno vuole rinviare all'anno prossimo, si tratta di poche settimane, al più tardi ai primi di settembre.
Un conto sono i costi della politica, un altro è l'appello del nostro giornale, che è specifico: ha chiesto ai politici provinciali un segnale, di dare il buon esempio in un momento in cui la crisi tocca anche i redditi più bassi. Lei lo ritiene giusto?
Vorrei che si ricordasse che noi guadagniamo il 20% in meno rispetto a 10 anni fa e abbiamo abolito i vitalizi. Io condivido che un segnale va dato, il quanto e il come non è semplice da stabilire. Noi abbiamo sganciato le nostre indennità da quelle dei parlamentari - la mia è di 5.900 euro - ma l'impianto è rimasto quello, fatto di diverse voci, una parte di indennità, una di diaria, alcune parti tassate e altre no. Probabilmente bisognerebbe cambiare il sistema di composizione della busta paga.
Queste però sono obiezioni tecniche. Il segnale serve?
Io condivido che serva. La questione era già all'attenzione dei consiglieri, in modo trasversale. La vostra iniziativa accelera e spinge in questa direzione.
Trovare un'intesa con Bolzano oggi è più facile?
Sì. A inizio legislatura sono stati ridotti del 10% i costi della macchina consiliare. Noi Verdi abbiamo detto che per il momento ci accontentavamo ma avremmo voluto qualcosa in più. La crisi è diventata ancora più pesante, motivo in più oggi per intervenire. E lo faremo. Potrebbe essere anche l'occasione per togliere la diaria, retaggio della busta paga parlamentare. Ha senso che ci sia ancora o è meglio fissare un tetto di reddito massimo?
In questi giorni ci sono esempi, a partire da Napolitano, che indicano una sensibilità nei confronti del tema. Anche il presidente del consiglio Dorigatti si è ridotto l'indennità di carica di altri 1000 euro. Cosa ne pensa?
Dorigatti si è tagliato il 20% di quel di più che guadagna rispetto ai consiglieri. È una decisione che può prendere autonomamente. Per noi il problema è come abbassare la paga di tutti, è più complicato. Gli uffici stanno preparando alcune simulazioni, per questo serve un po' di tempo per avanzare una proposta da presentare a Bolzano e alle minoranze.
Molti tra quelli che hanno firmato il nostro appello ci dicono: l'impegno pubblico va retribuito bene, ma queste indennità stridono con i sacrifici chiesti a tanti cittadini. Cosa risponde?
Un parlamento dev'essere rappresentativo della società civile. Se è composto solo di pensionati, di ricchi e di dipendenti provinciali non lo è. La remunerazione per l'impegno e le responsabilità è dovuta, è assurdo piuttosto che ci siano dirigenti che prendono più dei consiglieri provinciali. Una campagna io la farei su quanto i consiglieri lavorano, andando a guardare chi fa e chi non fa. Farci passare tutti per perditempo che rubano i soldi della collettività è sbagliato. C'è gente che ci crede, che i soldi ce li mette di suo e facendo politica non si crea tanti amici. Bisogna far crescere la capacità di controllo degli elettori sugli eletti e la stampa ha un ruolo importante. Questa campagna registra ancora una volta un forte sentimento di disaffezione e delusione nei confronti della politica. Lei lo avverte? Avverto un malessere nei confronti di tutta la politica e c'è la tendenza a fare di tutta l'erba un fascio e di condannare tutti. Il clima è difficile, e forse anche alla luce di questo un segnale da parte nostra non può che fare bene, e aiutarci a riacquistare la fiducia dei cittadini.
© RIPRODUZIONE RISERVATA