Indennità, la rivolta dei sindaci
Tutti contro l'assessore Bizzo: «Giù le mani dai nostri stipendi»
TRENTO. Non toccate i sindaci. Dalle valli del Trentino si levano le voci indignate dei "primi cittadini" chiamati in causa dall'assessore regionale Roberto Bizzo (enti locali). La sua proposta di metter mano alle indennità dei membri di giunta dei Comuni più piccoli, quelli al di sotto dei 1000-2000 abitanti, perché causerebbero uno «sbilanciamento nel rapporto spesa-residenti», ha suscitato un coro di critiche. Emiliano Tamè, è sindaco di Flavon (560 abitanti) e imprenditore della Emmedue, che effettua tra l'altro le riprese di "X Factor". «I miei 1.500 euro con le ritenute diventano poco più di 800 in busta paga. Prima di andare a guardare ai piccoli Comuni, sarebbe il caso che dessero una controllata alle loro indennità. Anche perché noi abbiamo una responsabilità penale: a Flavon ci siamo trovati a sborsare 35 mila euro per un'interpretazione del decreto Ronchi che aveva assimilato le ceppaie dei meli a rifiuti. Pensano alle briciole, senza considerare che senza sindaci e assessori avremmo da pagare qualche dirigente da 100 mila euro o più». Ruggero Felicetti guida l'esecutivo di Ospedaletto (800 abitanti) ed è coordinatore del collegio dei sindaci della Bassa Valsugana e del Tesino: «Il raffronto con i residenti - dice - in termini di principio è un discorso assurdo: a Milano allora dovrebbero avere indennità da capogiro». Bisognerebbe invece parlare - attacca - «di quel che prendono gli amministratori di aziende parapubbliche» e considerare che «gli sprechi esistono dappertutto, magari in ambiti che la gente non conosce affatto». Felicetti è dipendente pubblico: «Con 900 euro in busta paga il sindaco a tempo pieno non potrei permettermi di farlo....». E' irritato Fabio Vanzetta, sindaco di Ziano (1.700 abitanti). «Bisogna avere il coraggio di fare le riforme: non è certo dall'indennità dei sindaci che si recuperano le risorse, né scatenando una guerra tra poveri», sbotta. «Il mio stipendio è di 10-15 volte inferiore a quello dei consiglieri provinciali. Non so come l'assessore possa permettersi di dire queste cose, anche perché noi sindaci abbiamo più responsabilità». I settori di intervento - aggiunge - devono essere altri: «Dagli accorpamenti alla riduzione della burocrazia. Come farebbe un imprenditore». Difende i piccoli Comuni il sindaco del capoluogo, Alessandro Andreatta: «Questa partita riguarda in gran parte i consigli provinciali e il Parlamento. Spesso nei paesi sindaci e assessori spendono più di benzina e di telefono di quanto percepiscono di indennità. Quindi pensiamoci bene prima di toccare i loro stipendi».
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