«Indennità dimezzata per chi lavora»

La proposta di Pinter per allineare i consiglieri ai parlamentari


Ubaldo Cordellini


TRENTO. Tempi duri per i consiglieri con il doppio lavoro: «Chi continua a guadagnare bene con il proprio lavoro anche facendo il consigliere provinciale è giusto che prenda un'indennità più bassa. E' una delle proposte che il tavolo di lavoro del Pd sui costi della politica sta elaborando». L'idea è di Roberto Pinter, membro del tavolo di lavoro del Pd.

La proposta prende lo spunto da quanto fatto già dal ministro Giulio Tremonti con la finanziaria nazionale: «E' un concetto molto semplice: chi già guadagna bene con il proprio lavoro e non smette di farlo durante il mandato parlamentare subirà una riduzione del 50 per cento dell'indennità. Mi sembra una cosa giusta. Noi del Pd stiamo pensando a una soluzione di questo genere anche per i consiglieri provinciali. Naturalmente ci vorrà una legge apposta. Entro la fine del mese il tavolo di lavoro del partito perfezionerà la proposta».

La manovra finanziaria nazionale prevede che i parlamentari che hanno un altro reddito equivalente o superiore all'indennità parlamentare ricevano la stessa indennità dimezzata. In altre parole un limite alla cumulabilità tra lo stipendio che si percepisce grazie al mandato politico e il proprio reddito privato. Questa norma ha due obiettivi: il primo è di equità e il secondo di incoraggiare l'impegno pieno come parlamentare. Il principio di equità mira a mettere i parlamentari sullo stesso piano, cercando di limitare le differenze tra chi si dedica a tempo pieno alla politica e chi, invece, mantiene il proprio lavoro precedente. Il Parlamento è pieno di deputati e senatori, soprattutto liberi professionisti, che continuano a svolgere il proprio lavoro.

Anche in Consiglio provinciale ci sono molti doppiolavoristi. Pinter spiega che è venuto il momento di mettere un limite. Non solo questo, l'esponente del Pd spiega che è venuto il momento di mettere questo limite anche per i vitalizi: «Sarebbe interessante mettere un tetto alla cumulabilità tra indennità e reddito, ma anche tra vitalizi e altri redditi. Se un consigliere continua ad esercitare la propria professione, è giusto che prenda un'indennità più bassa e la stessa cosa dovrebbe essere applicata ai vitalizi. Se un ex consigliere ancora lavora, dovrebbe prendere solo una quota di vitalizio oppure prenderlo più tardi. Per quanto riguarda la cumulabilità dei vitalizi da parlamentare e consigliere abbiamo già la legge regionale che mette un tetto, adesso facciamo un ulteriore passo anche sui redditi da lavoro. Sarebbe una cosa buona e giusta».













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