In bici con il rosso: maximulta

Via Santa Croce, al praticante avvocato 178 euro. «Ma rifiuto i punti tagliati»



TRENTO. Salta in rosso e si «becca» 178 euro di multa più il taglio di 6 punti dalla patente. Nulla di insolito se non fosse che il veicolo che ha compiuto l'effrazione era una bicicletta. Teatro dell'episodio, via Santa Croce, all'incrocio con via Piave. In sella Luca Montani, 27 anni, praticante avvocato che ammette la sua responsabilità ma contesta la decurtazione dei punti, depennata dalla legge due anni fa. «Al di là della sproporzione della multa (154 euro per mancato stop al semaforo - me lo merito - ed ulteriori 24 euro per non aver utilizzato la pista ciclabile - ignorantia legis non excusat) due cose fanno sorridere.

La prima è che per fermare un "pericoloso pirata della strada" come il sottoscritto gli agenti hanno rischiato di investire alcuni passanti - che si sono vivacemente lamentati con loro - passando a loro volta con il rosso e fermandosi sulle strisce pedonali, dove appunto ignari pedoni stavano attraversando (loro sì con il verde). La seconda è che gli agenti dovrebbero accertarsi di conoscere la legge vigente, prima di comminare sanzioni. Mi sono stati infatti detratti 6 punti della patente, seppur alla "conduzione di velocipede". Vorrei ricordare che a seguito di molteplici sentenze e di un ricorso per costituzionalità, il Legislatore ha nel lontano 2010 (l. 120) la norma che prevedeva la decurtazione dei punti patente per i ciclisti che commettono infrazioni e che hanno appunto la patente di guida.

Come è ovviamente intuibile (tranne per gli agenti che ho avuto la fortuna di incontrare, che mi hanno provocatoriamente invitato a proporre ricorso), questa norma discriminava infatti i possessori di patente rispetto a chi invece ne fosse privo. Ora, per colpa della loro imperizia, dovrò rivolgermi al Giudice di Pace, perdendo tempo, per ottenere l'annullamento della sanzione. Fortunatamente, ammetto, trovo il tutto quasi divertente». Montani dice di avere un profondo rispetto delle forze dell'ordine: «Quello che ho fatto era sbagliatissimo. Ma per uno studente come me è una signora botta». Contesta i modi: «Si sono piazzati davanti con l'auto come se cercassi di scappare. Poi mi hanno tenuto lì 40 minuti, quasi fossi stato un criminale». L'aspirante avvocato ha contattato la Fiab, Federazione italiana amici bicicletta, che ha girato la sua mail al proprio ufficio legale milanese.













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