Imu sulle imprese, botta da 80 milioni

Ecco le simulazioni del Coordinamento che chiede l'intervento della Provincia



TRENTO. Una botta da 80 milioni di euro, un salasso che il precario tessuto economico trentino difficilmente potrebbe sopportare senza conseguenze. A tanto - secondo le stime elaborate dal Coordinamento imprenditori - ammonterebbe l'impatto del passaggio dall'Ici all'Imu con le nuove aliquote e con la rivalutazione degli estimi catastali. «Stime che noi riteniamo attendibili» - spiega il presidente dell'Associazione albergatori Luca Libardi. Che prosegue: «Se a questo aggiungiamo la stagione invernale poco favorevole e una prospettiva sull'estate che non si annuncia florida non c'è da stare allegri».

Anche Faita Trentino, la federazione che riunisce i gestori di campeggi, e Confcommercio sono preoccupati per l'applicazione dell'Imu. Del problema si è parlato ieri a Trento in un incontro con i vertici del Consorzio dei Comuni trentini. La Confcommercio teme che l'Imu «si tramuti in uno strumento che i Comuni utilizzino per fare cassa e compensare il calo delle risorse ottenute dall'amministrazione centrale». «Dalle proiezioni elaborate seguendo il decreto Monti - afferma il presidente di Faita Trentino Fabio Poletti - ci siamo accorti che, in alcuni casi, l'introduzione della nuova Imu associata all'aggiornamento delle rendite catastali porterà ad aumenti insostenibili dei costi per le imprese: in un caso, nemmeno troppo eccezionale, tale aumento sarà da 8.000 a 38.000 euro, qualora il Comune decida di applicare la tariffa massima».

Preoccupazione è stata espressa anche dagli industriali trentini: «In ogni caso si tratterà di aumenti, di varia entità da un Comune all'altro, che potranno comportare aggravi fiscali per le nostre aziende in un momento già delicato a causa della congiuntura difficile e della stretta creditizia in atto» - ha dichiarato in proposito Roberto Busato, direttore della Confindustria di Trento. «Dalle nostre simulazioni - prosegue Busato - gli incrementi delle aliquote determineranno esborsi che saranno superiori, da un minimo del 30% a più del 100% rispetto all'anno precedente. Parliamo quindi di cifre consistenti, che assesteranno duri colpi ai bilanci delle nostre aziende». Il coordinamento imprenditori ha chiesto alla Provincia di intervenire. Con un apposito fondo? «Perché no?» - chiosa Libardi.













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