IL VOTO IN PROVINCIA

TRENTO. «Questa coalizione non può pensare di vincere per decreto». Riassume così Lorenzo Delai il voto delle comunali in Trentino, dove le vittorie schiacchianti del centrosinistra autonomista a...


di Chiara Bert


TRENTO. «Questa coalizione non può pensare di vincere per decreto». Riassume così Lorenzo Delai il voto delle comunali in Trentino, dove le vittorie schiacchianti del centrosinistra autonomista a Riva del Garda con Mosaner e a Lavis con Brugnara non bastano a far dimenticare le sconfitte (Tomaselli a Pergine), i ballottaggi pericolosi (su tutti Miorandi a Rovereto), le divisioni fratricide (Cles, Mori, Mezzolombardo, Storo) e le vittorie sofferte più di qualsiasi previsione (Andreatta a Trento).

È una maggioranza in affanno quella che si è risvegliata ieri con i voti definitivi delle urne: il colpo a Rovereto è fortissimo, le fratture interne che hanno fatto perdere un pezzo di Upt per strada hanno pesato più di quanto si poteva prevedere e ora Andrea Miorandi vede tutta in salita la strada del ballottaggio con Francesco Valduga. A Cles vince il candidato sostenuto dal Patt, Ruggero Mucchi, e perde la candidata del Pd, Maria Pia Flaim. A Mori altra sfida interna: Stefano Barozzi (Pd) va al ballottaggio contro Cristiano Moiola (Patt). A Pergine, terzo Comune del Trentino, il centrosinistra pur unito non ce la fa a far dimenticare le divisioni del passato e perde al primo turno dal sindaco uscente, il civico Roberto Oss Emer. A Trento Alessandro Andreatta resta sindaco ma perde per strada più di 10 punti percentuali rispetto al 2009. Tantissimi.

Cos’è successo alla corazzata che solo un anno e mezzo fa alle provinciali si confermò vittoriosa senza quasi partita? «Il centrosinisra mediamente vince, in qualche caso tiene. Ma deve assolutamente ripensarsi e ritrovare un entusiasmo che è mancato», analizza Dellai. «Anche dove abbiamo vinto abbiamo faticato non poco, dobbiamo recuperare uno spirito di coalizione che si è affievolito e trasmettere un’idea aggregante e convincente per gli elettori». Sul risultato del Cantiere civico democratico, a Trento il 12% (5 punti in meno dell’Upt ma pur sempre secondo partito della coalizione davanti al Patt) parla di una «scommessa vinta»: «È l’inizio di un percorso che faremo con i candidati e anche con i non eletti e con persone esterne che hanno aderito al progetto, e anche l’Upt - aggiunge - dovrà riflettere dopo questo voto, perché Margherita e Unione hanno avuto successo quando hanno dimostrato la capacità di aprire scenari nuovi».

Non è d’accordo (e non è una novità) la segretaria Upt Donatella Conzatti, per la quale «il progetto del cantiere nato all’ultimo non è servito a trainare e i numeri ci dicono che tutti i 5 eletti a Trento sono Upt, gli assessori e il capogruppo uscente, più Panetta, ed è normale perché le persone vanno formate alla politica e questo richiede tempo». «Dove abbiamo vinto l’Upt è stata determinante, non è certo una forza rottamata». E a chi le ricorda il crollo a Rovereto (dal 6 al 3,8%) e a Pergine (dal 15,6 al 9,7%), lei risponde citando Torcegno, Carzano, Sporminore, Terzolas, Caldes, Peio. Quanto a Rovereto, dove l’Upt si è spaccata, il commento è tranchant: «Verrebbe da dire “ve l’avevamo detto”, se le due segretarie provinciale roveretane sostengono un messaggio (Miorandi non riesce ad aggregare, ndr), la responsabilità è di chi non l’ha raccolto».

Non canta vittoria la segretaria Dem Giulia Robol: «Il Pd non arretra ed è saldamente il primo partito della coalizione ma i risultati impongono a noi e alla coalizione di aprire una profonda riflessione perché non siamo riusciti a rappresentare quel desiderio di cambiamento che i cittadini ci chiedono». «Il sentimento del Pd nazionale va trovato anche qui, cambiamento, decisione, velocità. Non possiamo più dare nulla per scontato». Chi gioisce è il Patt. Che non sfonda come sperato a Trento (dove raddoppia i voti ma resta dietro al Cantiere di Dellai): «Il Patt cresce e sempre di più si evidenziano i due pilastri della coalizione, il Pd e l’area autonomista che si rivela fondamentale per far vincere la coalizione», dice il segretario Franco Panizza. Per il quale «i candidati sindaci andavano scelti in una forma più coinvolgente, per questo noi avevamo proposto le primarie». «Dove il Pd non è stato disponibile a trattare, il Patt dimostra che è in grado di condizionare la coalizione». E su Trento: «Non ho mai detto che volevamo essere il secondo partito, volevamo confermare il 10% delle provinciali con il traino di Rossi, e l’abbiamo fatto».

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