Il volo dal Sass Pordoi è in formato tv

Maurizio Di Palma, «base jumper» di Dro, si è lanciato nel vuoto con una telecamera di «Wild - Oltrenatura» sul casco


di Elisa Salvi


PASSO PORDOI. Quasi avesse riconosciuto un compagno di volo, uno stormo di gracchi martedì scorso ha dato per primo il benvenuto al Sass Pordoi (2950 m) a Maurizio Di Palma, base jumper, 34 anni, di Dro, che da lì si è lanciato in uno dei suoi voli spettacolari che l’hanno reso famoso, in particolare quello (fuori legge, del luglio 2013) dal duomo di Milano con atterraggio in piazza dove è sfuggito (in un primo tempo) alle forze dell’ordine. Tutto in regola invece, in Val di Fassa: Di Palma, base jumper con passato da paracadutista, è protagonista di una puntata della nuova serie di “Wild - Oltrenatura” in onda su Italia 1 da aprile. La produzione del programma, giunto alla 7ª edizione e condotto da Fiammetta Cicogna, ha scelto la Terrazza delle Dolomiti come set d’eccezione per questa performance sportiva al centro della serie assieme ad altre prove estreme.

Così il 25 e il 26 marzo, con il supporto di Apt di Fassa, Sitc e della guida alpina Manuel Alonso che ha assicurato regista, cameraman e tutti i presenti sul set, Fiammetta Cicogna ha registrato l’intera puntata sul “palco” della croce del Sass Pordoi, letteralmente a un passo dal trampolino roccioso da cui si è “tuffato” Di Palma, che vanta quasi 3 mila lanci da 400 basi differenti del mondo.

«Le mie location preferite - dice Maurizio - sono quelle alpine, in particolare le Dolomiti (un cult per i base jumper) dove ho compiuto lanci un po’ dappertutto, dalla Marmolada alle Cime di Lavaredo, e quelle urbane come i grattacieli di tante metropoli, da Shangai alla Germania».

Dal Sass, Di Palma si è lanciato diverse volte (e l’aveva già fatto a settembre) con tute alari differenti per perlustrare la zona, sfiorare prima e passare poi per la forcella sottostante. Poco prima del lancio, Di Palma ha azionato la telecamera sul casco e una bomboletta di gas rosso tracciante, fissata alla caviglia. Un gesto, quest’ultimo, compiuto al limite dello strapiombo che farebbe precipitare chiunque nel vuoto: «Quando stai sul burrone i battiti cardiaci accelerano - dice Di Palma - ma la concentrazione sul volo tiene sotto controllo movimenti e timori». Il gas è stato molto utile alle riprese perché i cameraman in quota (tra cui uno in cima alla croce) e all’arrivo a Pian Schiavaneis (1850 m) hanno inquadrato con facilità Di Palma scendere a 200 km/h. «Percepisco la velocità - spiega - quando passo accanto a elementi statici come le rocce, sennò mi pare d’andare a 50 km/h». Il jumper in caduta libera guida la tuta angelica, con ali applicate alle braccia e una sorta di coda che unisce le gambe, mentre sulla schiena ha un paracadute per atterrare. «Le tute recenti, grazie a nuovi sistemi di valvole e pressurizzazione, aumentano la sensibilità di volo e l’efficienza è 1 a 3, ovvero per ogni metro sceso ne avanzo tre in orizzontale, senza motori o correnti aeree, ma solo con la forza di gravità».













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