Il telefonino in mano per chiedere aiuto
Maria Antonietta Baroni stava per usare il cellulare prima di morire intossicata. Inchiesta della Procura, oggi l’autopsia
MORI. Il suo è stato un estremo tentativo di chiedere aiuto, purtroppo vanificato dall’improvvisa mancanza di forze che l’ha fatta crollare a terra. Prima di perdere i sensi, Maria Antonietta Baroni ha provato a chiedere aiuto. La donna di Mori, deceduta l’altra sera nella sua casa in via del Garda a causa di una intossicazione da monossido di carbonio, negli ultimi istanti in cui è stata cosciente ha cercato di chiamare qualcuno, probabilmente per chiedere aiuto. L’anziana, classe 1939, è stata trovata riversa in terra con il telefonino ancora stretto nella mano. I carabinieri hanno sequestrato il cellulare della donna per risalire alle eventuali ultime chiamate che potrebbe aver effettuato, o tentato di fare, poco prima di cadere sul pavimento, tramortita dal gas respirato a pieni polmoni e che le è costato la vita.
Maria Antonietta Baroni è morta per aver ingerito un quantitativo letale di monossido di carbonio proveniente, quasi certamente, dalla caldaia alimentata a gasolio posizionata al piano interrato della villetta abitata, oltre che dalla donna, anche da una famiglia (padre, madre e due bambini piccoli) e da una coppia. In casa, quando è partito l’allarme, erano presenti, assieme alla povera pensionata, anche l’intera famiglia e un altro inquilino, tutti fortunatamente scampati al dramma che si è consumato nel piano più in basso: trasportati al pronto soccorso di Rovereto, sono stati trasferiti, in tarda serata, all’ospedale di Bolzano dove i medici li hanno sottoposti ad un ciclo in camera iperbarica. Appena le loro condizioni non destavano più preoccupazioni, hanno potuto fare rientro a Mori.
La tragedia si è consumata nel corso del pomeriggio. Spetterà al medico legale stabilire con esattezza l’ora della morte, che è certamente avvenuta dopo le 16, quando la donna è uscita dal cimitero di Mori, dove si era recata per assistere ad una cerimonia funebre, e le 18.30, il momento esatto in cui l’inquilino del piano sopra il suo, rientrando a casa dopo il lavoro e allarmato dall’odore proveniente dall’interrato, ha trovato Maria Antonietta riversa a terra, ormai priva di vita.
Inevitabile la decisione del tribunale di Rovereto di dare avvio ad una indagine formale per fare chiarezza sulle cause che hanno portato a questa tragedia. Il fascicolo è stato aperto dal sostituto procuratore della Repubblica Valerio Davico che ha disposto l’esame autoptico, previsto per oggi, e una perizia sulla caldaia che i carabinieri hanno subito posto sotto sequestro. L’obiettivo è fare luce su eventuali responsabilità da parte di soggetti terzi che al momento non sono stati ancora ufficialmente individuati. I resti di Maria Antonietta Baroni sono stati ricomposti nella camera mortuaria di Mori. Per la data del funerale della pensionata si dovrà attendere il nullaosta della Procura e l’arrivo, dalla Germania, della nipote.
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