Il progetto Fem: i prodotti di bellezza

arrivano dalle alghe Progetto di ricerca finanziato con i fondi europei Si punta a sfruttare le nuove conoscenze della genomica


di Martina Bridi


TRENTO. Un progetto per unire sostenibilità ambientale e produzione in campo ittico: è "Sushin", in partenza alla Fondazione Mach con l'obiettivo di produrre nuovi mangimi sostenibili per i pesci da allevamento e salvare molte specie dall'estinzione. Allo stato attuale delle cose, in Italia i mangimi per pesci da allevamento sono farine o olii ittici da nuovi alimenti zootecnici sottoutilizzati quali le farine ottenute da insetti, dai residui di macello avicolo, da crostacei e da microalghe. Il progetto Sushin (SUstainable fiSH feed INnovative ingredients), che coinvolge università e centri di ricerca italiani di alto profilo scientifico, ha l'ambizioso obiettivo di cambiare radicalmente le cose in quanto si propone di migliorare la produttività e la qualità delle principali specie ittiche allevate in Italia attraverso l'utilizzo di nuovi ingredienti nella progettazione di mangimi innovativi ad alta sostenibilità economica ed ambientale. In questo modo si cerca di rispondere alla forte necessità, come stabilito nel 2014 dalla Fao, di ridurre l'utilizzo dei convenzionali ingredienti marini e vegetali oggi comunemente utilizzati nei mangimi per l'acquacoltura, ma sempre meno disponibili a causa dell'elevata richiesta e con costi in continuo aumento.

Con esperimenti di laboratorio e prove aziendali, utilizzando avanzati metodi di ricerca, il progetto valuta valore nutritivo, risposta zootecnica, benessere, qualità e sicurezza alimentare di trota, branzino ed orata alimentati con una nuova generazione di diete dove i convenzionali ingredienti marini e vegetali sono sostituiti da nuovi ingredienti o alimenti zootecnici sottoutilizzati quali le farine ottenute da insetti, da prodotti di lavorazione della carne avicola, da crostacei e da microalghe. Grande spazio sarà dato alle attività di laboratorio, prevedendo ovviamente il coinvolgimento degli allevamenti ittici, a cui sono destinati in primis i risultati delle ricerche.

E' prevista anche la collaborazione di un'azienda mangimistica per una sperimentazione su scala aziendale, al fine di valutare gli aspetti commerciali e di redditività economica correlati all'introduzione delle nuove diete. Infine, i nuovi mangimi verranno valutati in base a criteri di sostenibilità ambientale e di consenso da parte del consumatore rispetto a pesci allevati con diete sostenibili e in grado di garantire alti standard qualitativi al prodotto.

Il progetto, finanziato dal bando Ager 2015-1017 (Fondazioni in rete per la ricerca agroalimentare, settore acquacoltura) è coordinato dall' Università degli Studi di Udine e coinvolge l'Istituto Zooprofilattico dell'Abruzzo e del Molise, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), la Fondazione Edmund Mach, l'Università degli Studi di Firenze, il Centro di Ricerca per la Produzione delle Carni e il Miglioramento Genetico del CREA e l'Università Politecnica delle Marche.













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