Il mosaico della diversità umana
Fino a gennaio l’allestimento «Homo Sapiens» che a Roma fu prorogata a furor di visite
di Maddalena Di Tolla
È arrivata, al Museo delle Scienze, la più avvincente delle narrazioni finora proposte : quella della lunga, a tratti sorprendente, storia evolutiva della nostra specie. È la mostra “Homo sapiens”, inaugurata ieri sera nella vecchia sede del Museo, che resterà visitabile almeno fino al 13 gennaio. Scriviamo “almeno” perché la prima esposizione collocata, anche grazie all'entusiasmo del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, fu prorogata a furor di visitatori (ben duecentomila) per due mesi, fino ad aprile. “Homo sapiens” è un allestimento divulgativo fra i più interessanti e innovativi degli ultimi anni, che traccia in modo nuovo, per il grande pubblico, la rotta della comprensione di chi siamo, noi umani, al di là di ambiguità e ignoranza. Ideatori e principali curatori del progetto sono due amici di intelletto di rango.
Si tratta del genetista Luigi Luca Cavalli Sforza, uno dei massimi scienziati italiani, celebre su scala mondiale, a lungo professore emerito a Stanford University, autore di studi, libri e articoli di altissimo livello e poi del filosofo Telmo Pievani, docente di Filosofia della scienza e Epistemologia all'Università di Milano Bicocca, esperto e abilissimo divulgatore della materia dell' evoluzione. Insieme a loro hanno lavorato altri scienziati fra i più brillanti del nostro paese, Giorgio Manzi (paleoantropologo), Marco Aime (antropologo), Nicola Grandi (linguista). La caratteristica centrale e innovativa della mostra consiste nella multidisciplinarietà, che ha sempre caratterizzato lo straordinario lavoro di ricerca di Cavalli Sforza, e che qui viene restituita al pubblico, essendo stata l'idea di partenza dei due ideatori, che su quell' idea hanno lavorato due anni con un inedito gruppo di lavoro. La mostra spiega la storia dell'evoluzione umana attraverso la miscela interpretativa di tre discipline che proprio il grande luminare italiano ha unito, ottenendo risultati stimati in tutto il mondo: genetica, linguistica, archeologia. Così grandi mappe delle migrazioni umane fuori da madre Africa, efficaci exhibit e numerosi reperti antichissimi di enorme valore portano il visitatore a ripercorrere, con un'esperienza mentale ed emotiva, questa avventura iniziata tre milioni di anni fa. “Noi curatori - ci ha spiegato Telmo Pievani - volevamo che il percorso fosse, per i visitatori, un'esperienza calda, coinvolgente, l'esperienza di una narrazione, di una storia che li riguarda, la loro storia”. Così la macchina del tempo ci riporterà all'origine e poi avanti, attraverso la nascita dell'agricoltura che ci ha permesso di colonizzare il mondo, e in molte altre tappe, in un viaggio straordinario, magnificamente raccontato, che ci ha cambiati.
Le scoperte illustrate in mostra - come ama dire Pievani - hanno cambiato le domande, prima ancora che le risposte. Ci farà sobbalzare scoprire che a lungo non siamo stati la sola specie di umani sulla Terra: abbiamo condiviso questo pianeta con varie specie di Homo, in passato, e poi misteriosamente siamo rimasti soli. . L'altro fatto, al quale i curatori tengono moltissimo, è che il concetto di “razza” non trova alcun fondamento biologico. Un gioco permetterà di cimentarsi con questa evidenza scientifica. “Homo sapiens” ci trascinerà con la forza della ragione e dell'emozione della grande divulgazione nell'avventura che di espansione in espansione, ci ha condotti a diffonderci in ogni angolo del nostro fragile pianeta, costruendo il mosaico della diversità umana attuale. “Homo sapiens” è la prima grande mostra internazionale che ci racconta tutto questo. La visita cambierà le vostre domande, suggerendovi nuove risposte.
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