Il gregge devasta le vigne, pastore condannato
Oltre 300 pecore hanno invaso i vigneti del Nosiola nella piana delle Sarche di proprietà dell’Istituto di Sostentamento del Clero, multa pesante
TRENTO. Condannato per aver portato il suo gregge con 300 pecore a pascolare tra i vigneti del Nosiola. La transumanza costa cara a Antonio Giuliani, pastore di Arco che già in passato ha avuto delle disavventure legate al suo lavoro. Era accusato di aver danneggiato i vigneti nei pressi delle Sarche di Calavino. Si tratta di vigneti condotti da 23 affittuari dell’Istituto di Sostentamento del Clero.
Il pastore è stato condannato ieri in Tribunale a una multa di 700 euro, al pagamento di danni per 1500 euro a ciascuna delle cinque parti civili costituite e a 2500 euro di spese. Così il pastore dovrà versare più di 10 mila euro. Si trattava di un giudizio d’appello su una sentenza di condanna pronunciata dal giudice di pace di Trento. Secondo l’accusa, il gregge avrebbe danneggiato i vigneti e soprattutto gli impianti di irrigazione a goccia. Il vello delle pecore si sarebbe incastrato negli ugelli degli impianti a goccia strappandoli dalle tubature. Sarebbero state danneggiate anche le colonnine e le viti di sostegno. Un danno abbastanza consistente per i viticoltori.
Il pastore, che abita a Ceniga di Arco, fa sempre il solito giro con il suo gregge. La sua è una transumanza tutta provinciale. In primavera parte da Acro e attraversa la vale dell’Adige per arrivare nella zona di Trento ad inizio estate per poi salire sulla Paganella e rimanerci per tutta l’estate. A fine estate, poi, il pastore porta il gregge nella zona di Sopramonte per poi scendere, verso fine inverno, nella valle dei Laghi e nella piana delle Sarche.
Così ha fatto anche nella primavera del 2012. Quella primavera ben 23 viticoltori hanno presentato querela nei suoi confronti. In quella zona i viticoltori non fanno più concimazione chimica, ma si affidano all’antica tecnica del sovescio, ovvero fanno crescere tra i filari delle rbe di cui le pecore vanno ghiotte. In molti, quella primavera, hanno visto le pecore di Giuliani brucare tra i filari del Nosiola.
Purtroppo, però, le pecore hanno danneggiato in maniera seria almeno duecento gocciolatoi degli impianti di irrigazione delle viti. Gli agricoltori hanno chiesto più volte al pastore e a un suo dipendente straniero di abbandonare i loro fondi. Hanno anche chiamato i carabinieri, ma senza successo. Secondo l’accusa, il gregge veniva spostato solo di qualche centinaio di metri. Così è partita una serie di querele. Il pastore ha sempre risposto di essere assicurato e ora farà ricorso.