«Il governo non ci risponde, ora basta»
Rossi e la trattativa finanziaria: «Pronti a formalizzare il nostro disappunto, troppo pesanti i vincoli del Patto di stabilità»
TRENTO. «In otto mesi scarsi abbiamo già attuato molto del nostro programma. Ma come maggioranza dobbiamo lavorare meglio, valorizzando di più le cose che ci uniscono. Mentre a volte c’è chi avverte la necessità soprattutto di piantare la propria bandierina».
A chi si riferisce, presidente Rossi? Più ai suoi assessori o ai segretari di partito?
Parlo in generale, ma penso anche al mio partito. Anzi, se è necessario partiamo proprio da lì. Siamo in una fase in cui ai cittadini dobbiamo dare una rappresentazione unitaria.
Anche perché le scadenze elettorali sono lontane. Vediamo invece il programma di giunta dei prossimi mesi, amministrativo e legislativo.
Prima di tutto la legge sul turismo, già depositata, che prevede un riordino importante, con il tema della tassa di soggiorno declinato invece nella Finanziaria, per avere il tempo di condividerla con gli operatori in una logica di impianto complessivo, per utilizzare questo gettito a favore del territorio. Poi la riforma urbanistica relativa all’edilizia, con ulteriori semplificazioni per demolizioni e ricostruzioni. Ancora, la riforma della dirigenza pubblica, che introduce il concetto di mobilità.
Più che altro superando quello dell’inamovibilità dei dirigenti. O no?
Certo, si prevede l’uscita da questa categoria. Ma anche nuovi ingressi, di risorse interne dal basso. Mentre a livello nazionale si fa un gran battage, la nostra bozza è pronta.
E così anche Renzi è servito. Andiamo avanti col cronoprogramma: a che punto siamo ad esempio con la delega sugli ammortizzatori sociali?
Dobbiamo chiudere l’accordo con l’Inps per avere un quadro definitivo: ci sta lavorando Olivi, è un tema importante. Poi c’è il piano sociosanitario della collega Borgonovo Re: sono questioni che nei prossimi mesi ci impegneranno molto.
Citava all’inizio la finanziaria. La cui stesura sarà certo condizionata dagli sviluppi delle trattative con Roma.
Sono molto preoccupato: attendo con pazienza che il governo ci confermi la possibilità di una controproposta, ma non ho ancora alcuna ufficialità. Se nulla accadrà, dovremo formalizzare il nostro disappunto e avanzare al governo una richiesta urgentissima di procedere. I vincoli del Patto di stabilità sono anche più gravi degli accantonamenti, perché condizionano negativamente le possibilità di sviluppo di un’economia sana come la nostra. È assurdo che chi le ha non possa utilizzare risorse pubbliche per investimenti.
Capitolo riforme: secondo il senatore Palermo, con il nuovo Titolo V della Costituzione i conflitti con Roma saranno destinati ad aumentare invece che a diminuire.
Sono d’accordo. Dobbiamo essere coraggiosi nell’indicare allo Stato che la via che sta perseguendo metterà in difficoltà lo Stato stesso. In questa prospettiva dall’inizio del prossimo anno quando anche sui rapporti finanziari il quadro sarà più chiaro, dovremo iniziare ad affrontare il tema della revisione costituzionale dello Statuto. È un punto che fa parte del programma della Regione. E rivendico come risultato personale il fatto che, dopo tanti anni, si sia detto che lo Statuto è uno e che il tema va affrontato assieme da Trento e Bolzano, valorizzando le diverse specificità ma per giungere a una visione comune.
In questi mesi, diversi passaggi decisionali della sua giunta sono stati dipinti come fasi di uno “smontaggio” complessivo del sistema Provincia di Dellai: accetta questa chiave di lettura?
Altre volte sono stato invece descritto come quello che vuole conservarlo, questo sistema. Non è questo il punto. Il fatto è che il mondo negli ultimi tre anni è cambiato. E se finora abbiamo stanziato in ricerca quote di Pil secondo livelli europei, oggi è un dovere verificare se quel Pil produce redditività. Lo ribadiremo nel Programma di sviluppo: non abbandonando industria, artigianato e servizi in favore solo di agricoltura e turismo, ma cercando anche lì competitività di nicchia. (p.mor.)
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