Il gatto Oscar ucciso con un insetticida
La denuncia di Elisabetta Gianordoli: «Ricordo all’ignobile autore, che questo gesto è un reato»
CALAVINO. La lettera di Elisabetta Gianordoli di Calavino, inviata al giornale, oltre a raccontare una storia di crudeltà nei confronti di un gatto lancia un allarme serio per la sicurezza di altri animali, ma anche di bambini che potrebbero entrare in contatto con l’esca avvelenata. Racconta Elisabetta Gianordoli: «Lo scorso 5 luglio, tornata a casa, mio padre, mi ha detto che l’Oscar era morto. Con un groppo alla gola ho cercato subito di capire. Durante la mattinata mio padre aveva ricevuto la telefonata di un vicino che lo informava di aver rinvenuto nel suo cortile il nostro gatto esanime. Mio padre ha recuperato il nostro povero Oscar e si è recato all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie di Trento con la lettera accompagnatoria redatta dal veterinario». I tempi per capire le cause della morte del gatto s’allungano, perché l’autopsia non ha dato una risposta definitiva e si sono dovuti aspettare i risultati dell’esame tossicologico.
«Dopo tre mesi e varie telefonate all’Istituto, - continua Gianordoli - ho avuto la risposta tanto attesa. Sorvolando sul fatto che l’esito dell’esame è stato inviato alla Procura della Repubblica, al sindaco del Comune di Calavino, al servizio veterinario dell’Azienda sanitaria di Trento e al veterinario in data 26 agosto e che nessuno si è premurato di avvisare il proprietario, quanto saputo oggi ha confermato il sospetto che io e la mia famiglia avevamo: Oscar è stato avvelenato». Aggiunge la proprietaria: «Alla vista di Oscar per terra in una pozza di saliva, mio padre aveva subito pensato che la morte fosse dovuta ad avvelenamento. Il sospetto si è poi intensificato quando il vicino gli ha confidato che il gatto aveva probabilmente ingerito un boccone destinato al proprio cane, in considerazione a precedenti casi di uccisione di altri suoi fedeli compagni». La speranza della proprietaria era che una lettera smentisse il pensiero che fin da subito ci ha accompagnati. «Purtroppo non è stato così - conclude - Oscar è morto per mano di un essere ignobile. L’analisi sul campione esaminato ha dato esito positivo al methomyl, un pesticida carbammato utilizzato in agricoltura e contenuto nel Lannate, insetticida usato su orticole e unico con azione mortale nei confronti dei mammiferi. Data la pericolosità del prodotto, i venditori trentini si sono accordati verbalmente per escluderne la vendita. L’acquirente del veleno in questione, oltre ad essere possessore del patentino per l’acquisto e l’impiego di prodotti fitosanitari, si è preso la briga di andare (almeno) fino a Verona per procurarselo. Purtroppo, l’unica cosa che posso fare ora è ricordare a chi ha saputo compiere un gesto simile che l’uccisione di animali è un reato».