Il crollo della pubblicità sui cartelloni

Nel 2015 l’Ica ha incassato quasi 100 mila euro in meno rispetto a 4 anni prima. Lombardini: strumento da ripensare



TRENTO. Le entrate date dai diritti sulle pubbliche affissioni sono diminuite in 4 anni di 95mila euro (295.393,75 il totale del 2011 contro i 200.497,98 dell'anno scorso). Una crisi accentuata secondo Stefano Maculan dell'Ica di Trento, dal fatto che le agenzie pubblicitarie non promuovono questo tipo di reclame, ma anche perché, essendo l'Ica stessa agenzia di riscossione, non può intervenire sui costi che dovrebbero essere eventualmente rivisti dal Comune. Per verificare il calo basta guardarsi attorno: gli spazi pubblicitari vuoti o coperti da cartelloni bianchi sono una maggioranza, ma allora si tratta di un veicolo promozionale destinato a scomparire? «Per essere utile deve essere rimodernizzato – risponde il pubblicitario Loris Lombardini – non è possibile che cambi la città, ma non gli spazi destinati alle affissioni che ogni dieci anni al massimo dovrebbero essere ripensati. Consideriamo che il 70% sono posizioni periferiche o nascoste. Il Comune incassa sempre meno, ma non fa nemmeno nulla per migliorare la situazione». Cosa potrebbe fare? «Gli spazi bianchi o non occupati potrebbero diventare un'opportunità occupandoli con messaggi sociali o etici che farebbero di Trento il primo comune d'Italia ad impegnarsi in questo senso e per me sarebbe una proposta che potrebbe trovare anche degli sponsor specifici». Per Lombardini l'attuale gestione degli spazi liberi coperti solo in parte, scollati o strappati è a dir poco una situazione indecorosa non certo idonea alla vocazione turistica della città. Certo la crisi della pubblicità è diretta conseguenza di quella economica che ha portato ad una spesa più oculata, mirata, mentre la cartellonistica è generalizzata. A Trento mancano quelle opportunità che ci sono in altre città, come la metropolitana o i grandi palazzi in corso di restauro dei quali sono state sponsorizzate le pareti esterne. Ma le agenzie pubblicitarie propongono le affissioni? «A queste condizioni è praticamente impossibile – prosegue Lombardini – noi dobbiamo presentare un progetto che sia economico per il cliente, ma anche vincente. Le affissioni hanno costi fissi ed al contrario di quello che succede per i biglietti ferroviari o aerei sulla cui vendita le agenzia di viaggio hanno una provvigione, a noi non viene riconosciuto nulla». Quale potrebbe essere la soluzione? «Che il Comune ci convochi per ripensare gli spazi e studiare insieme un progetto di riqualificazione dell'offerta e farla ridiventare competitiva e interessante». Un'ultima domanda, ma la pubblicità in centro non si può fare? «Piuttosto è vero il contrario. Il centro storico è la zona di maggiore passaggio e la pubblicità il cui valore è rapportato alla sua visibilità, non è presente. Si dovrebbe pensare a dei totem, a delle modalità originali, perché la pubblicità può anche essere elegante». Per capire il decremento degli introiti delle affissioni, i dati degli ultimi sei anni: 2010: 265.139,51 euro. 2011: 295.393,75 euro. 2012: 239.120,53 euro. 2013: 249.877,87 euro. 2014: 240.780,52 euro. 2015: 200.437,98 euro. (d.p.)













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