Il centrodestra a pezzi cerca un candidato unico

Divina, Merler e Cia nel toto-nomi. Il senatore leghista: «L’errore è stato coltivare ognuno il proprio orto». L’obiettivo è portare Andreatta al ballottaggio


di Chiara Bert


TRENTO. Per un centrodestra che a Trento si è frammentato in mille rivoli, l’obiettivo dichiarato per le comunali 2015 è ricostruire una coalizione e sfidare così la corazzata del centrosinistra che nel capoluogo non ha mai avuto rivali. Con la speranza di portare il sindaco uscente (e a caccia di riconferma) Alessandro Andreatta almeno al ballottaggio, cosa che per il centrodestra di oggi sarebbe già un dignitoso traguardo.

Nelle ultime due elezioni, quando ognuno andò con il proprio candidato di bandiera, per il centrodestra fu una sconfitta annunciata. Questa volta si proverà a procedere diversamente, anche se all’orizzonte non si vedono frotte di candidati pronti a guidare una coalizione che ad oggi è tutta da costruire. Quello che fu il Pdl oggi in consiglio comunale oggi si ritrova diviso in tre, il Pdl (con dentro Andrea Merler di Forza Italia, Nicola Giuliano del Ncd e Paolo Dal Rì dato da tempo in uscita), Forza Italia e Fratelli d’Italia. Dalla Lega sono usciti Claudio Villotti e Marco Tomasi che hanno dato vita al Gruppo Autonomie. Sul fronte civiche, da una che era di partenza (la Civica di Morandini) siamo passati a tre gruppi, con quel che è rimasto di Progetto Trentino di Silvano Grisenti (dove è rimasto il solo Guido De Stefano, ex Upt) e Da Cittadini, il gruppo di Francesca Gerosa, Luca Pisoni e Luca Trainotti.

Si riparte da qui, con la convinzione che mettersi insieme può essere l’unica soluzione. Il 30 è fissato un incontro di coalizione: al tavolo Lega, Forza Italia, Progetto Trentino, Civica di Borga e Fratelli d’Italia. Le primarie, accarezzate da alcuni - soprattutto tra i giovani di Forza Italia, come spiega il vicecoordinatore regionale Cristian Zanetti - resteranno anche questa volta una chimera. «Non ci sono i tempi né le condizioni», ammette Giacomo Bezzi, consigliere provinciale di Forza Italia, che come anti–Andreatta vedrebbe bene una donna, una professionista. «Serve dar vita ad una coalizione, quello è il primo obiettivo». Stesso leit motiv del coordinatore provinciale Paolo Catanzaro: «Spero che non si vada con candidati di bandiera, dovremmo aver capito che la divisione crea solo debolezza. Dobbiamo mettere insieme tutti quelli che stanno dall’altra parte rispetto alla triplice (Pd-Patt-Upt, ndr)».

Chi assicura di non avere nessuna intenzione di fare il candidato di bandiera è un altro giovane forzista, Andrea Merler, che in questi anni si è costruito in consiglio comunale e accarezza l’idea di una candidatura a sindaco (c’è chi racconta di averlo sentito presentarsi sotto casa con un “Buongiorno signora, sono il futuro candidato sindaco di Trento”): «L’unica proposta credibile è un centrodestra unito, gli elettori non ci hanno mai considerati credibili perché eravamo divisi. Oggi serve uno scatto, a Trento c’è una vasta fetta di elettorato scontento da questa amministrazione e da Andreatta».

Nel toto-nomi ancora molto provvisorio, tra i possibili candidati unitari circola anche quello del senatore leghista Sergio Divina, già candidato alla presidenza della Provincia nel 2008: «Accettai con l’unica condizione che ci fosse tutto il centrodestra, varrebbe lo stesso anche oggi se vogliamo sperare di non lasciare Trento per l’ennesima volta al centrosinistra». «Nessuno me l’ha chiesto ufficialmente - chiarisce - direi che in questa fase più che i nomi sarebbe meglio spendere idee». Ma ammette che «il centrodestra è già in ritardo e ogni giorno che passa è un giorno perso». «Le scelte sbagliate del passato, quando ognuno ha coltivato il proprio orticello, hanno fatto sì che oggi ci sia una sommatoria di debolezze. Oggi è il caso di partire con il piede giusto». Sul fronte della Civica Trentina di Borga, un candidato in pista c’è già, è Claudio Cia, consigliere comunale che si è ritagliato la sua visibilità con una serie di battaglie cittadine contro la giunta comunale, dai sacchetti per i pannoloni ai conigli del cimitero. «Ma il mio auspicio - ripete anche lui - è che si arrivi ad una coalizione con un candidato unico». «Certo se il nome fosse quello di Mario Malossini, che qualcuno ha fatto circolare nelle ultime ore, non potrebbe mai avere il nostro appoggio. Siamo per una politica diversa, pulita, non dei riciclati». Invita a puntare sul nuovo la consigliera Francesca Gerosa, ex Pdl ed ex PT, oggi alla finestra in attesa di capire cosa sarà del centrodestra a maggio 2015: «Servirà che tutti facciano un passo indietro, anche quei partiti che si sentono più grandi e più forti». Ma oggi a Trento nel centrodestra non c’è nemmeno una forza che abbia i numeri per considerarsi trainante e guidare il processo di aggregazione. E se un anno fa si dava per scontata la discesa in campo di Silvano Grisenti, oggi Grisenti è fuori dai giochi, e Pt in caduta. Si parte tutti alla pari. Con la necessità di trovare l’anti-Andreatta.

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