I pensionati restano senza contante
In Trentino sono ancora 4.300 quelli che si presentano alla Posta
TRENTO. Sono 4.300 gli anziani trentini che ancora ritirano la pensione alla posta in contanti. Anche a loro l'Inps ha inviato una lettera con la quale si ricorda che hanno tempo fino a marzo per trovare un altro sistema per incassare, visto che l'ultima manovra del governo ha stabilito che nessun pagamento sopra i mille euro si potrà fare cash. E' un problema non di poco conto, tanto che le stesse Poste si sono attivate per offrire prodotti di custodia specifici per i pensionati, tendenzialmente a costo zero. Anche le Casse rurali si stanno muovendo su questo fronte, potenziando le proposte che per la categoria sono per la verità già operative.
Va detto che la questione è molto più complessa nel sud d'Italia, dove il "vizio" di riscuotere la pensione in contanti resiste molto bene all'avanzare della tecnologia. In Trentino, la diffusione capillare delle banche anche nei paesini più remoti e la proposta di conti dedicati associati a pacchetti di servizi ha convinto anche i più riottosi ad affidarsi alla comodità della rete "virtuale". Epperò, ugualmente, in posta si presentano ancora 4.300 trentini che vogliono vedere una sull'altra le banconote da mettere nel portafoglio. Altri 14 mila si affidano direttamente al libretto postale. Presumibilmente coloro che incassano il contante sono nella maggior parte dei casi i beneficiari di assegni inferiori ai mille euro e quindi esenti dall'obbligo di legge.
«Dai dati in nostro possesso - dice Ruggero Carli, responsabile del credito della Federazione delle Rurali - riteniamo che la maggior parte dei pensionati con un assegno superiore ai mille sia già dotato di conto corrente o qualche altro sistema di accredito. Solo le rurali hanno 383 sportelli sul territorio e conti dedicati ai pensionati a condizioni particolari e con l'aggiunta di servizi ad hoc. Ora stiamo attendendo la definziione di una convenzione con l'Abi che fisserà dei paletti per la fornitura di un conto base a chi sarà "costretto" ad aprire un conto, ma possiamo dire che le Rurali hanno già gli strumenti adeguati. Di sicuro li miglioreremo appena arriveranno le indicazioni formali da Roma e daremo le informazioni corrette ai nostri clienti».
L'Inps, pur non avendo compiti di consegna diretta delle pensioni, si è già attivata. «A livello nazionale - spiega il direttore regionale Gaetano Guerriero - l'istituto ha inviato 500 mila lettere per informare della necessità da parte dei pensionati che percepiscono assegni da oltre mille euro di dotarsi di un conto sul quale accreditare l'importo. Devo dire che il fenomeno del ritiro in contanti è molto più diffuso al sud, mentre in Trentino l'abitudine a rivolgersi a conti postali o bancari è più accentuata». L'obbligo dell'accredito vale per 46 mila posizioni pensionistiche: su 140 mila assegni (tra vecchiaia, invalidità e superstiti) staccati dall'Inps, infatti, 93.716 sono inferiori ai mille euro.