I fondi di Dorigatti? Ai bisognosi

Il presidente ha speso solo 279 euro. «Spesso regalo buste con soldi miei»



TRENTO. Il primo impulso era stato di azzerarlo. Ma chi lavora accanto a lui ha consigliato a Bruno Dorigatti, presidente del consiglio provinciale, di mantenere in vita il fondo riservato. Cinquemila euro da usare liberamente, a propria discrezione, senza dover rispondere a nessuno del come, del quanto e, soprattutto dell'"a chi". E quei soldi Dorigatti ha deciso di darli a chi bussa alla sua porta (parecchi) per chiedergli un aiuto. Non rivelerà il nome dei destinatari solo per tutelarne la dignità, dice il presidente. Che finora però ha speso solo 279 euro e ne ha versati molti di tasca sua.

Dorigatti, lei l'ha mai usato il fondo riservato?
Sì, l'ho usato. Non ho nessun problema a dirlo. All'inizio la mia intenzione era di toglierlo, proprio per una questione di trasparenza. Poi, ragionando con i miei collaboratori, ho capito che ci sono persone in difficoltà che potrei aiutare. E non in cambio di voti. Ora, fino a che sono 50 euro li metto di tasca mia. Ma ci sono situazioni di emergenza con esigenze diverse...

Quanto ha speso dei 5 mila euro a lei spettanti?
Neanche 300 euro. Anzi per la precisione 279,70.

Per farci cosa?
Non lo dico, sennò renderei pubblico nome, cognome e indirizzo. La dignità va tutelata.

Mettiamola così: li ha usati per aiutare una persona singola o un'associazione?
Questi soldi si usano in particolare per le persone.

Mai capitato che sia andato a cena fuori con amici...
No, la ritengo una domanda impropria. Userei questa somma solo in situazioni dalle quali non si sa proprio come venire fuori. Per persone che senza un aiuto dovrebbero chiedere la carità, o sfrattate che non riescono a pagare il gas... Ogni tanto ne arrivano in questo ufficio, e anche in altri.

Scusi la malignità, ma non poteva tirarli fuori lei quei 300 euro?
Sì, ma per quanto mi riguarda sono già tutti i giorni a 300 euro... Anche oggi è arrivata una persona a raccontarmi tutte le sue vicissitudini. Non avevo niente in tasca e le ho detto: passa domani mattina, ti metterò nella busta qualcosa. Ma sono soldi miei.

Quando, invece, è opportuno attingere al fondo?
Il fondo va usato in casi eccezionali, irripetibili. E se avanzerà qualcosa lo restituirò, come ho restituito alla Provincia 188 mila euro e altrettanti sono andati nel fondo di riserva. Parlo di risparmi effettuati in vari capitoli. Nell'assestamento di bilancio ho risparmiato ulteriori 65 mila euro da dedicare all'informazione, che era un settore da potenziare. Il tutto è stato fatto a costo zero.

Giusto mantenere i fondi riservati quindi? Anche i 30 mila del presidente del consiglio regionale e i 40 mila del governatore?
Si possono anche levare: avrebbe un senso di trasparenza e di minore discrezionalità eliminando il meccanismo dell'io-do-e-tu-ricevi. Anzi, tutto ciò che suscita ripulsa verso le istituzioni va tolto. Dico però che amministrando gli uffici nascono queste situazioni di urgenza. E come presidente non posso usare 5 lire se non sono a bilancio. Le emergenze possono essere di vario tipo. Mi era capitato anche nel mio vecchio lavoro di fare una colletta per aiutare a tornare in patria un lavoratore bloccato all'estero per motivi politici. Lo stesso per trasferire una salma da un paese all'altro.

Sono tanti quelli che bussano alla sua porta?
Diciamo che ce ne sono... Mi sono trovato di fronte a casi disperati. Noi non siamo una banca, ma in qualche modo bisogna intervenire.













Scuola & Ricerca

In primo piano