«Giurassica io? Se ne vada chi ha oltre tre legislature»

Caterina Dominici, una carriera iniziata 30 anni fa come sindaco di Romallo: rinnovarsi non è questione di anagrafe


di Giuliano Lott


TRENTO. Fosse per la data d’inizio della sua carriera politica, partita a Romallo dove fu sindaco negli anni Ottanta, Caterina Dominici sarebbe da classificare d’ufficio tra i “dinosauri” della politica nostrana. Lei però non si sente affatto giurassica. Essere vecchie volpi non è questione di anagrafe, dice, ma di prolungata vicinanza alla stanze del potere.

Professoressa, chi sono i dinosauri della politica trentina? Non si sente un po’ giurassica anche lei?

Io proprio no. Non per esibizionismo né millanterie, è pur vero che sono stata sindaco del mio paese 30 anni fa, ma allora ero tra i più giovani sindaci d’Italia. In consiglio provinciale sono arrivata solo dieci anni fa, e la prima volta è stato per meno di mezza legislatura. La seconda volta è durata un po’ di più, ma non ho terminato la legislatura.

L’attuale è invece la terza volta...

Sì, la prima completa. Mi sento però ancora in pieno vigore e con la capacità di portare avanti tutte le attività che ho condotto fino a qui. Certo, dipende sempre dai partiti, a partire dal proprio. E dagli elettori.

In questi anni ha accumulato il diritto al vitalizio? E a quanto ammonta la cifra che le spetta?

In tutta franchezza non lo so. Non me ne sono mai preoccupata. Dovrei chiedere se le due mezze legislature corrispondono dal punto di vista giuridico a una, e in questo caso le legislature complete sarebbero due. Ma in realtà io sono abituata a far affidamento sulle mie risorse personali, capita spesso a chi si occupa di cultura: si finisce per finanziare le varie attività di tasca propria. E’ accaduto tante volte.

Chi può essere considerato “dinosauro” in consiglio provinciale?

Malgrado mio marito m’abbia chiamata “Rinasaura” in una sua poesia scritta una dozzina di anni fa, non mi sento ancora in estinzione. Dovrebbe invece farsi da parte chi ha fatto dalle tre legislature complete in su, lasciando così il campo a forze più fresche. Credo che dopo 15 o 20 anni di politica, salvo rarissimi casi di persone che si sanno rinnovare nelle idee, si finisce per ripetere sempre le stesse cose. La vita non finisce fuori dalla Provincia, ci sono tante cose in cui ci si può impegnare, dalle cultura al volontariato.

Pacher lo ha già detto: non candiderà alle prossime provinciali. Non si sente un “uomo per tutte le stagioni”.

Mi dispiace e mi sorprende l’abbandono di Pacher. E’ un uomo intelligente e valido, che avrebbe ancora molto da dare. Ed è sempre stato un signore, in politica. C’è gente che c’è sempre stata, in consiglio, passando tutte le fasi: dal Pci al Pds, dai Ds al Pd...

In questa fase storica si fa un gran parlare di rinnovamento, di volti nuovi al potere.

C’è bisogno di rinnovamento, ma questa parola non significa apertura solo ai giovani, ma a tutte quelle persone che finora non hanno esercitato potere per sé e per la propria cricca, e che abbiano dimostrato in altri ambiti di sapersi spendere per il bene comune. Serve gente che intende la politica come servizio alla comunità. Di solito faticano più di altri a emergere, perché possono contare solo sulle proprie forze e dei propri sostenitori. Elementi che spesso non sono sufficienti per farsi eleggere. In ogni caso non basta essere giovani per l’anagrafe, o nuovi perché poco conosciuti. Chi ha un volto “nuovo” ma proviene dalle cricche di potere - non parlo nemmeno di corruzione, ma di gruppi di interesse che nascono in seno a ogni partito, com’è inevitabile - non si può proporre come forza di rinnovamento.

Quindi Renzi non l’ha affascinata.

Proprio no. Il suo è un assalto al potere, punto e basta. Questa gente che predica come i frati quaresimali è assatanata di potere. Da loro non ho mai sentito un progetto nuovo, solo slogan e attacchi personali. Non è il mio modo di fare politica. Io una progettualità ce l’ho. La si può leggere nei numerosi disegni di legge, nelle interrogazioni, nelle mozioni che portano la mia firma.

Giurassica o no, lei è una delle poche donne a sedere sui banchi della Provincia.

Ecco perché non mi sento dinosauro. C’è ancora molto da fare per promuovere l’impegno delle donne. Non solo in politica, anche nell’imprenditoria, dove possono dire la loro. E’ un’opportunità importante. Anche su questo ho formulato molte proposte, assieme al mio partito. C’è molto da fare anche per i disoccupati trentini, soprattutto giovani, mentre sprechiamo ingenti risorse per aiutare certi stranieri, purtroppo tanti, che si approfittano della generosità della Provincia dichiarando il falso pur di ottenere contributi.

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