Gestioni associate, ecco tutti i risparmi

Appalti, acquisti, entrate e tecnologie, i dati di Gilmozzi: spese abbattute ovunque. «Dialogo sì, ma non con chi ci boicotta»


di Paolo Morando


TRENTO. Una valanga di numeri. Che sembrano non lasciare spazio per discussioni. Di fronte al crescere del malcontento dei Comuni sulle gestioni associate, la Provincia ha deciso di lasciare da parte la carota per imbracciare qualcosa che ancora non sembra un bastone, ma che ha tutte credenziali per diventarlo presto. Il futuro bastone si presenta per ora in forma di slide, portate ieri sul tavolo della giunta provinciale dall’assessore agli enti locali Mauro Gilmozzi. Che, senza troppo esagerare, può essere tranquillamente definito al limite dell’esasperazione. Contro quei sindaci (uno per tutti: quello di Vallarsa, lo ha citato lo stesso assessore) che le gestioni associate in capo alle Comunità di valle di servizi come entrate, acquisti e appalti proprio non le vogliono. Al punto di inoltrare un ricorso straordinario al presidente della Repubblica, sostenendo che alle casse pubbliche costerebbero addirittura di più dell’attuale assetto. Il motivo? Il Fondo di avviamento a copertura dei costi di start up pensato dalla Provincia proprio per avviare il processo. Una tesi che Gilmozzi rigetta sdegnato: «In qualsiasi azienda provata verrebbero considerate spese di investimento, in vista di ben maggiori risparmi futuri». Parole che non chiudono al confronto: Lo abbiamo detto e lo ripetiamo - ha spiegato l’assessore - il confronto è benvenuto». Ma, attenzione, «lo è per quei sindaci che vogliono approfondire il lavoro di analisi e migliorarlo in modo costruttivo, non può esserlo invece per chi ha boicottato il lavoro, non ha fornito dati, non ha partecipato ai tavoli di lavoro del territorio e basa il proprio ragionamento su opinioni anziché sui fatti».

Le tabelle che pubblichiamo a fianco sono solo alcune di quelle che ieri Gilmozzi ha illustrato ai colleghi di giunta. Numeri inequivocabili: pressoché ovunque segni meno. E i pochissimi aumenti a carico di singole amministrazioni, oltre che essere annullati e superai dai risparmi nel calcolo genarale, si spiegano con ragioni tecniche: è il caso di Palù del Fersina, la cui crescita “monstre” del 1.043% nei costi dei servizi appalti e acquisti si spiega semplicemente con il fatto che, ad oggi, quei servizi là non esistono. «E dobbiamo pur trattare tutti i cittadini allo stesso modo», ha aggiunto l’assessore. Che ha ribadito, anche qui armato di slide, come il percorso intrapreso dalla Provincia si alternativo a quello deciso a livello nazionale: «Nel resto del Paese quel che lo Stato sta facendo è, di fatto, chiudere i piccoli Comuni accorpando obbligatoriamente le funzioni principali». E poi la forza dei numeri: «Gestioni associate vuol dire ricadute positive per l’economia, vuol dire modernizzare la pubblica amministrazione, vuol dire contenere la spesa pubblica: si pensi al risparmio atteso di 1,6 milioni per quel che riguarda acquisti e servizi informatici, a fronte dell’attuale situazione in cui i Comuni non possono dialogare tra loro perché usano software diversi. O il passaggio da 1.100.00 euro a 830 mila per la sola gestione del servizio entrate per la realtà delle Giudicarie. Le cifre dimostrano che i risparmi ci sono e sono possibili, anche in misura maggiore se ci si vuole credere. Il punto è che la situazione ora ci permette ancora di ragionare: il rischio, cui non vogliamo neppure pensare, è che tra qualche anno le scelte ricadrebbero sulla testa, e nelle tasche, dei cittadini». Mentre le gestioni associate, oltre ai risparmi immediati, sempre stando ai dati elaborati dagli uffici dell’assessorato agli enti locali permetteranno di conseguire ulteriori benefici. Solo nelle Giudicarie, per dire, 380 mila euro in più di entrate in 5 anni, provenienti dal maggior gettito di accertamento. Senza dunque incrementare la pressione fiscale. Mentre per quanto riguarda il capitolo appalti, 4 milioni di risparmi equamente divisi ancora tra Giudicarie e Alta Valsugana nell’acquisizione di beni e servizi, grazie ad acquisti “sinergici” su sottoinsiemi i categorie merceologiche. Basteranno questi numeri a convincere i sindaci riottosi?

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