Garanzia Giovani, Olivi scrive alle imprese
L’assessore invia 120 lettere alle aziende trentine: «Aiutateci a far decollare il progetto»
TRENTO. Tremila giovani hanno chiesto, in Trentino, di poter partecipare al progetto «Garanzia Giovani», progetto cofinanziato dall'Unione europea che punta a dare un’opportunità di crescita professionale ai giovani disoccupati sotto i 29 anni. Un boom di richieste che dà il senso di come, neppure in Trentino, la fame di lavoro tra i più giovani stia calando. Anzi.
Fondamentale per la buona riuscita della Garanzia Giovani è la collaborazione delle richieste ed è per questo che alle aziende in questi giorni da Piazza Dante è arrivato un messaggio chiaro: accogliete la sfida di Garanzia Giovani. A lanciare il messaggio è il vicepresidente della Provincia di Trento nonché assessore allo sviluppo economico e lavoro, con oltre 120 lettere inviate ad altrettante aziende trentine, selezionate secondo due criteri fondamentali: quelle che negli ultimi cinque anni hanno avuto rapporti con la Provincia, in termini di servizi o sostegni erogati dall'ente pubblico, (accesso al credito, investimenti per progetti ricerca e innovazione e quant'altro); quelle che si distinguono sul territorio per dimensioni, capacità di fare rete, proiezione sui mercati esterni, insomma, per l'impatto concreto che generano sul sistema economico locale.
«Alle imprese - spiega il vicepresidente Olivi - ho chiesto una cosa precisa: aiutateci a far decollare Garanzia Giovani: La Provincia ci ha creduto fin da subito e ha messo in piedi una macchina organizzativa che funziona, ma da solo l'ente pubblico non può fare tutto. Abbiamo individuato in particolare nei tirocini lavorativi e nell'apprendistato di base due strumenti fondamentali a supporto dell'occupazione nel nostro territorio. L'auspicio formulato nella mia lettera è che le imprese prendano in seria considerazione le proposte che verranno loro sottoposte, raccordandosi con l'Agenzia del lavoro e il Dipartimento della Provincia. Tirocini e apprendistato, assieme a formazione professionale e servizio civile, possono rappresentare davvero per molti dei 3.000 giovani disoccupati che si sono iscritti al programma un viatico per il mondo del lavoro, ma possono anche rappresentare per le imprese il canale attraverso il quale fare entrare nel proprio contesto produttivo risorse umane giovani, motivate, desiderose di mettere alla prova il loro talento».