Furto all’autolavaggio spariscono 1.500 euro
Colpo notturno al distributore Repsol in viale Verona, davanti alla questura In due a forza di calci e piede di porco hanno forzato le casse automatiche
TRENTO. Ci sono una decina abbondante di telecamere di sicurezza che controllano quello che succede al distributore della Repsol di viale Verona. Telecamere che hanno immortalato il raid di due uomini (vestiti di nero, volto travisato) che durante l’acquazzone della notte fra domenica e lunedì hanno rubato qualcosa come 1.500 euro. Ladri sfacciati visto che hanno rubato a pochi passi dalla questura: si trova dall’altra parte della strada. Ci hanno messo 40 minuti: dalle 4.40 alle 5 e la pioggia pare che abbia dato fastidio anche a loro. Dai video si nota, infatti, che quando la forza della pioggia aumentava, cresceva anche la violenza con la quale colpivano le casse automatiche dell’autolavaggio. Armati di quello che pare essere un piede di porco le hanno forzate entrambe e il bottino è ingente. E anche la spesa che Esko, il titolare del distributore di benzina aperto da 14 anni, dovrà sostenere per riparare ai danni è pesante. «Mi è arrivato il preventivo per la cassa principale, quella che comanda anche il tipo di lavaggio. E sono 14 mila euro. Anche a novembre avevamo subito un furto, al magazzino. Per la porta ho preso un lucchetto grossissimo. Bisogna fare questo per lavorare: chiudere tutto, stare barricati». Il furto è stato scoperto lunedì mattina e al signor Esko Covacevich non è rimasto altro da fare che attraversare la strada e andare in polizia per presentare la denuncia per furto. E mentre riguarda le immagini dei ladri in azione del suo distributore non fa altro che scuotere la testa.
«Sono arrivati dal retro - spiega - hanno piegato la recinzione sono saltati dentro la mia proprietà». Su uno dei bidoni che ci sono al limitare del distributore, sul coperchio in parte impolverato, si vede l’impronta «fresca» di una scarpa da ginnastica. E scarpe da ginnastica indossavano anche i due immortalati nel video. Quindi trovare una correlazione fra i due fatti è facile. I ladri poi si sono diretti verso la prima cassa e hanno iniziato a prenderla a calci per poi iniziare a «lavorare» con un piede di porco per vincere le sue resistenze. Facendo al tempo stesso attenzione al passaggio delle macchina, poche a dir la verità a quell’ora. Ma ogni volta che la luce dei fanali faceva intendere l’arrivo di una vettura, si piegavano, si nascondevano. Per poi riprendere a forzare le casse. 40 minuti di lavoro per un bottino da 1.500 euro. E un conto pesantissimo per Esko Covacevich, il derubato.
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