«Fuori dalla crisi pensando positivo»
Il nuovo corso di Andreatta: «Tutti uniti e bando al pessimismo». Prg: lo strumento per ripartire. Turismo: eventi ogni mese
TRENTO. Andreatta: il sindaco che “pensa positivo”. Dopo le turbolenze nella maggioranza, che hanno fatto traballare anche il suo scranno, il sindaco di Trento rilancia, puntando sull’unità della colazione. La relazione al bilancio, illustrata ieri sera in consiglio nella prima seduta della “maratona” che porterà (almeno questo è l’obiettivo) all’approvazione del documento di programmazione finanziaria, è partita proprio dai venti di tempesta che hanno soffiato con forza nelle scorse settimane su Palazzo Thun. Andreatta ha fatto una disamina sociologica: la «crisi dei partiti» e gli «egoismi spiccioli» - ha detto - sono il riflesso di una società dell’incertezza che si è trasformata in una società «della paura». Ma di fronte a questo scenario desolante, il sindaco ha contrapposto la determinazione nel «mantenere vivo un pensiero positivo», di «voler bene alla speranza e di impegnarci per realizzarla». E qui Andreatta ha fatto riferimento al «passaggio delicato» attraversato dalla maggioranza: sono stati fatti alcuni «passi falsi», che però - ha subito aggiunto - «non possono sfociare nella patologia».
Non c’è stato un vuoto di progetti o una caduta di relazioni fiduciarie - ha osservato - ma è necessario che «l'aula, e prima di tutto la maggioranza che sostiene questa giunta, ritrovino una convergenza su una visione di città, sulle priorità politiche da perseguire, su un metodo di lavoro, sulla valorizzazione delle individualità che compongono il consiglio, forse anche una serenità che, mi sento di dire, qualche volta è mancata». Ha fatto anche autocritica, Andreatta, ma nessuna marcia indietro sulle scelte fatte (il chiaro riferimento era alla composizione della giunta), ognuna delle quali - ha detto - è stata «ponderata attentamente», valutando le possibili conseguenze e sapendo che qualcuno sarebbe stato scontentato. Il sindaco ha ricordato che il patto di coalizione si fonda su due presupposti - il programma e la fiducia - e che la seconda va continuamente rinnovata nel tempo. Facendo leva sul «tessuto comunitario vivo e vitale» di cui Trento dispone, senza cedere al pessimismo indotto dalla crisi economica e dalla frammentazione sociale e spesso anche familiare.
Un messaggio di fiducia e ottimismo, dunque, quello del sindaco di Trento. Che nel metodo di governo deve tradursi nel compiere scelte orientate dall’equità e dalla scelta delle priorità: chi ha bisogno deve essere aiutato mentre il prelievo tributario deve essere scaricato in massima parte su chi ha le risorse. Nel concreto, Andreatta ha ribadito quanto più volte detto: no ad aumenti delle tasse e no alla riduzione dei servizi. Il bilancio di previsione - ha auspicato il primo cittadino - deve coincidere con «una ripartenza, un nuovo inizio». Questo si potrà fare soprattutto costruendo in modo partecipato il nuovo piano regolatore, occasione preziosa «per aggiornare una riflessione sulla città che vogliamo, per coinvolgere e per valorizzare le intelligenze della città». Il piano di urbanistica commerciale servirà invece a «rafforzare il potenziale attrattivo delle imprese cittadine». Decisivo anche l’investimento nell’ambiente e nella cultura, in particolare nell’Università e nei centri di ricerca come l’Fbk con cui è stato stipulato un protocollo strategico sul tema delle smart cities.
Diversi i passaggi dedicati alla lotta al degrado e all’investimento sulla sicurezza, sia attraverso l’impiego delle forze di polizia che attraverso la riqualificazione dei luoghi, come piazza Santa Maria Maggiore e (l’anno prossimo) piazza Mostra ma anche grazie alla collaborazione dei cittadini, dei gruppi e delle associazioni.
Grande l’attenzione al turismo, dove servono - ha detto Andreatta - «iniziative in tutti i periodi dell’anno»: a Festival dell’Economia e mercatino di Natale vanno affiancati eventi come la Color Run, il Trento running festival e le manifestazioni enogastronomiche. Quanto al Not, il sindaco ha ripetuto che la scelta sulla collocazione spetta al consiglio comunale e ha aggiunto che essa è fortemente connessa con la mobilità del futuro. Su tutte queste questioni Trento deve saper esercitare il suo ruolo di città capoluogo, perché «le esigenze del territorio provinciale non possono sacrificare le aspettative della città».