Fisica, due milioni dall’Agenzia spaziale per la missione Cses

Il Dipartimento dell’ateneo trentino incaricato di realizzare per il satellite cinese uno strumento che rivela gli elettroni


di Martina Bridi


TRENTO. Un finanziamento di 2 milioni di euro da parte dell’Agenzia Spaziale Italiana al Dipartimento di Fisica dell'Università di Trento e al Centro nazionale Tifpa dell'Infn a Trento per la realizzazione di uno strumento per la rivelazione di elettroni che sarà installato sul satellite cinese Cses (China Seismo-Electromagnetic Satellite), il cui lancio è previsto nel 2016. Obiettivo: studiare la variabilità dell'ambiente elettromagnetico attorno alla Terra e sviluppare nuovi metodi per il monitoraggio di fenomeni geofisici su grande scala, come ad esempio i terremoti. La missione spaziale Cses studierà vari tipi di fenomeni di tipo elettromagnetico e la loro correlazione con fenomeni geofisici per contribuire allo sviluppo di nuovi metodi per il monitoraggio sismico dallo spazio. La Cina condivide infatti con l'Italia un alto rischio sismico e per questo è di grande interesse per la China National Space Administration (Cnsa) lo sviluppo di tecnologie innovative per il monitoraggio e lo studio dei disastri naturali. In questo contesto è maturata una stretta collaborazione tra Italia e Cina (ufficializzata a Pechino nel settembre scorso) per la realizzazione di un nuovo satellite dotato della strumentazione più avanzata esistente nel settore. L'Italia contribuirà al satellite Cses con uno strumento innovativo: una tecnologia derivata dagli esperimenti di fisica delle particelle nello spazio realizzati con successo dall'Infn in questi ultimi venti anni, in particolare dei rivelatori di particelle al silicio utilizzati per l'esperimento Ams operante sulla Stazione Spaziale Internazionale e realizzati al Centro di Micro Sistemi di Fbk. Lo strumento Italiano sarà chiamato Limadou, in onore del famoso esploratore italiano Matteo Ricci. L'Italia collaborerà inoltre alla realizzazione dello strumento per la misura del campo elettrico che verrà sottoposto a prove di qualifica spaziale in Italia. La collaborazione tra Asi e Cnsa vede in prima linea il professor Roberto Battiston del Dipartimento di Fisica dell'Università di Trento: «La partecipazione dell'Italia al progetto prevede la realizzazione di un rivelatore di precisione per la misura degli elettroni che precipitano nell'atmosfera dalle fasce di Van Allen. In questo modo potremo sottoporre a verifica scientifica rigorosa i meccanismi che collegano il nostro pianeta e le sue dinamiche interne al plasma di particelle elementari che circonda la terra, con l'obiettivo di sviluppare nuove tecniche per il monitoraggio sismico dallo spazio. Dopo la realizzazione del prototipo Lazio-SiRad che ha volato con Roberto Vittori sulla Stazione Spaziale nel 2005, da 10 anni lavoriamo alla preparazione di questo progetto con il colleghi cinesi. Il finanziamento ottenuto per la realizzazione del Limadou rappresenta un riconoscimento per il Tifpa e il Dipartimento di Fisica di Trento e premia la collaborazione sia a livello nazionale tra Infn e Asi, sia a livello territoriale con la Fbk».

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