mezzolombardo

Finisce a processo per aver disturbato un funerale

Un quarantenne di Nomi ha gettato a terra un cero e due candelabri durante la cerimonia



TRENTO. Anche chi conosce il codice penale molto bene, stenta a ricordarsi del reato previsto dall’articolo 409. Un reato che non si vede spesso, per non dire mai, nelle aule di giustizia. Eppure ieri mattina in Tribunale a Trento un uomo, Marzio Cappello, 43 anni di Nomi, è comparso davanti al giudice Marco La Ganga per rispondere dell’accusa di turbamento di funerale o servizio funebre. Si tratta di un reato punito anche abbastanza severamente dal codice, che prevede pene fino a un anno di reclusione.

Secondo l’accusa, Cappello avrebbe turbato un funerale religioso, il 31 agosto 2013, a Mezzolombardo. Durante la cerimonia religiosa, all’interno della chiesa, avrebbe gettato in terra un cero e poi, non appagato, anche un vaso di fiori e due candelabri. Ma la sua rabbia non si fermò lì. Anzi. L’uomo uscì dalla chiesa e affrontò un vigile urbano in divisa che in quel momento era in servizio in zona proprio per regolare il traffico in occasione del funerale, come spesso avviene nei paesi. Secondo l’accusa, Cappello avrebbe offeso l’agente della polizia locale urlandogli epiteti vari e poi gli avrebbe detto: «vigile di m..., vai a farti benedire con la pistola in chiesa». Per questo comportamento è accusato anche di oltraggio a pubblico ufficiale. Reato che è punito con pene da uno a tre anni di reclusione. Così l’uomo per un momento di rabbia rischia una pena teorica da uno a quattro anni di reclusione. Ieri si è tenuta la prima udienza, ma il processo è stato rinviato a gennaio. L’uomo dovrà difendersi dalle accuse e spiegare per quale motivo ha avuto quel momento di rabbia in cui ha perso il controllo e ha disturbato il funerale.













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